She replied

In words of dubious import, but fulfill'd.

[p. 361. The story of Pausanias, king of Sparta (who commanded the Greeks at the battle of Platea, and afterwards perished for an attempt to betray the Lacedemonians), and Cleonice, is told in Plutarch's life of Cimon; and in the Laconics of Pausanias the Sophist, in his description of Greece.

The giant-sons

Of the embrace of angels. [p. 366. "That the Sons of God saw the daughters of men, that they were fair."

"There were giants in the earth in those days; and also after that, when the Sons of God came in unto the daughters of men, and they bare children to them, the same became mighty men which were of old, men of renown."-Genesis, ch. vi, 2. 4.

NOTES TO MARINO FALIERO.

I emote the tardy bishop at Treviso.
An historical fact.

(p. 376.

A gondola with one oar only. (p. 379. A gondola is not like a common boat, but is as easily rowed with one oar as with two (though of course not so swiftly), and often is so from motives of privacy, and (since the decay of Venice) of economy.

They think themselves Engaged in secret to the Signory. An historical fact.

Within our palace precincts at San Polo. The Doge's private family-palace.

"Signor of the Night."

[p. 398.

Then, when the Hebrew's in thy palaces. [p. 410. The chief palaces on the Brenta now belong to the Jews, who in the earlier times of the Republic were only allowed to inhabit Mestri, and not to enter the city of Venice. The whole commerce is in the hands of the Jews and Greeks, and the Huns form the garrison.

Thou den of drunkards with the blood of princes. [p. 410. Of the first fifty Doges, five abdicated-five [p. 388. were banished with their eyes put out-five were MASSACRED and nine deposed; so that nineteen out of fifty lost the throne by violence, besides two who fell in battle: this occurred long previous to the reign of Marino Faliero. One of his more immediate predecessors, Andrea Dandolo, died of vexation. Marino Faliero himself perished as related. Amongst his successors, Foscari, after seeing his son repeatedly tortured and banished, was deposed, and died of breaking a blood-vessel, on hearing the bell of Saint Mark's toll for the election of his successor. Morosini was impeached for the loss of Candia; but this was previous to his dukedom, during which he conquered the Morea, and was styled the Peloponnesian. Faliero might truly say,

[p. 400. "I Signori di Notte" held an important charge in the old Republic.

Festal Thursday. [p. 403. "Giovedi Grasso," "fat or greasy Thursday," which I cannot literally translate in the text, was the day.

Guards! let their mouths be gagg'd, even in [p. 403. Historical fact.

the act.

Say, conscript fathers, shall she be admitted?
[p. 405

The Venetian senate took the same title as the Roman, of "Conscript Fathers."

[p. 409.

'Tis with age, then. This was the actual reply of Bailli, maire of Paris, to a Frenchman who made him the same reproach on his way to execution, in the earliest part of their revolution. I find in reading over (since the completion of this tragedy), for the first time these six years, "Venice Preserved," a similar reply on a different occasion by Renault, and other coincidences arising from the subject. I need hardly remind the gentlest reader, that such coincidences must be accidental, from the very facility of their detection by reference to so popular a play on the stage and in the closet as Otway's chef-d'œuvre.

Beggars for nobles, panders for a people! [p. 410. Should the dramatic picture seem harsh, let the reader look to the historical, of the period prophesied, or rather of the few years preceding that period. Voltaire calculated their "nostre benemerite Meretrici" at 12,000 of regulars, without including volunteers and local militia, on what authority I know not; but it is perhaps the only part of the population not decreased.

"Thou den of drunkards with the blood of princes!"

APPENDIX.

1.

MCCCLIV.

MARINO FALiero, doge XLIX.

"Fu eletto da quarantuno Elettori, il quale era Cavaliere e Conte di Valdemarino in Trivigiana, ed era ricco, e si trovava Ambasciadore a Roma. — E così a di 11. di Settembre fu creato il prefato Marino Faliero Doge. E subito furono spedite lettere al detto Doge, il quale era a Roma Oratore al Legato di Papa Innocenzo VI. ch'era in Avignone. Fu preso nel gran Consiglio d'eleggere dodici Ambasciadori incontro a Marino Faliero Doge il quale veniva da Roma. E giunto a Chioggia, il Podestà mandò Taddeo Giustiniani suo figliuolo incontro, con quindici Ganzaruoli. E poi venuto a S. Cle mente nel Bucintoro, venne un gran caligo, adeo che il Bucintoro non si potè levare. Laonde il Doge co' Gentiluomini nelle piatte vennero di lungo in questa Terra a' 5. d'Ottobre del 1354. E dovendo smontare alla riva della Paglia per lo caligo andarono ad ismontare alla riva della Piazza in mezzo alle due Colonne dove si fa la Giustizia, che fu un malissimo augurio. E a' 6.

la mattina venne alla Chiesa di San Marco alla laudazione di quello."

liero suo nipote, il quale stava con lui in Palazzo, e entrarono in questa macchinazione. Në "Trattato di Messer Marino_Faliero Doge, si partirono di lì, che mandarono per Filippo tratto da una Cronica antica. Essendo venuto Calendaro, uomo marittimo e di gran seguito, e il Giovedì della Caccia, fu fatta giusta il solito per Bertucci Israello, ingegnere e uomo astala Caccia. E a' que' tempi dopo fatta la Caccia tissimo. E consigliatisi insieme diede ordine di s` andava in Pallazo del Doge in una di quelle chiamare alcuni altri. E così per alconi giorni Sale, e con donne facevasi una festicciuola, dove la notte si riducevano insieme in Palazzo ia si ballava fino alla prima Campana, e veniva casa del Doge. E chiamarono a parte a parte una Colazione; la quale spesa faceva Messer lo altri, videlicet Niccolò Fagiuolo, Giovanni da Doge, quando v' era la Dogaressa. E poscia Corfù, Stefano Fagiano, Niccolò dalle Bende, tutti andavano a casa sua. Sopra la qual festa, Niccolò Biondo, e Stefano Trivisano. B ordine pare, che Ser Michele Steno, molto giovane e di fare sedici o diciasette Capi in diversi luoghi povero Gentiluomo, ma ardito e astuto, il qual' della Terra, i quali avessero cadaan di lore era innamorato in certa donzella della Doga- quarant'uomini provvigionati, preparati, non diressa, essendo sul Solajo appresso le Donne, fa- cendo a' detti suoi quaranta quello, che voles cesse cert' atto non conveniente, adeo che il sero fare. Ma che il giorno stabilito si mostrasse Doge comendò ch'e' fosse buttato giù dal Solajo. di far questione tra loro in diversi luoghi, aeE così quegli Scudieri del Doge lo spinsero giù ciocchè il Doge facesse sonare a San Marco le di quel Solajo. Laonde a Ser Michele parve, Campane, le quali non si possono suonare, s' che fossegli stata fatta troppo grande ignominia. egli nol comanda. E al suono delle Campane E non considerando altramente il fine, ma so questi sedici o diciasette co' suoi uomini venispra quella passione fornita la Festa, e andati sero a San Marco alle strade, che buttano in tutti via, quella notte egli andò, e sulla cadrega, Piazza. E così i nobili e primarj Cittadini, che dove sedeva il Doge nella Sala dell' Udienza venissero in Piazza, per sapere del romore ciò (perchè allora i Dogi non tenevano panno di ch'era, li tagliassero a pezzi. E seguito questo, seta sopra la cadrega, ma sedevano in una ca- che fosse chiamato per Signore Messer Marine drega di legno) scrisse alcune parole disoneste Faliero Doge. E fermate le cose tra loro, stadel Doge e della Dogaressa, cioè: Marin Faliero bilito fu, che questo dovess' essere a' 15 d'Aprile dalla bella moglie: Altri la gode, ed egli la man- del 1355 in giorno di Mercoledì. La quate`matiene. E la mattina furono vedute tali parole chinazione trattata fu tra loro tanto segretascritte. E parve una brutta cosa. E per la mente, che mai nè pure se ne sospettò, non che Signoria fu commessa la cosa agli Avvogadori se ne sapesse cos' alcuna. Ma il Signor Iddio, del Comune con grande efficacia. I quali Avvo- che ha sempre ajutato questa gloriosissima Città, gadori subito diedero taglia grande per venire e che per le santimonie e giustizie sue mai non in chiaro della verità di chi avea scritto tal let-l'ha abbandonata, ispirò a un Beltramo Bergatera. E tandem si seppe, che Michele Steno avcale scritte. E fu per la Quarantia preso di ritenerlo; e ritenuto confessò, che in quella passione d'essere stato spinto giù dal Solajo, presente la sua amante, egli aveale scritte. Onde poi fu placitato nel detto Consiglio, e parve al Consiglio si per rispetto all' età, come per la caldezza d'amore, di condannarlo a compiere due mesi in prigione serrato, e poi ch' e' fusse bandito di Venezia e dal distretto per un'anno. Per la qual condennagione tanto piccola il Doge ne prese grande sdegno, parendogli che non fosse stata fatta quella estimazione della cosa, che ricercava la sua dignità del Ducato. E diceva, ch' eglino doveano averlo fatto appiccare per la gola, o saltem bandirlo in perpetuo da Venezia. E perchè (qnando deve succedere un' effetto è necessario che vi concorra la cagione a fare_tal' effetto) era destinato, che a Messer Marino Doge fosse tagliata la testa, perciò occorse, che entrata la Quaresima il giorno dopo che fu condannato il detto Ser Michele Steno, un Gentiluomo da Cà Barbaro, di natura collerico, andasse all' Arsenale, domandasse certe cose ai Padroni, ed era alla presenza de' Signori l'Ammiraglio dell' Arsenale. Il quale intesa la domanda, disse, che non si poteva fare. Quel Gentiluomo venne a parole coll' Ammiraglio, e diedegli un pugno su un'ochio. E perchè avea un'anello in deto, coll' anello gli ruppe la pelle, e fece sangue. E l'Ammiraglio cosi battuto e insanguinato andò al Doge a lamentarsi, acciocchè il Doge facesse fare gran punizione contra il detto da Ca Barbaro: Il Doge disse: Che vuoi che ti faccia? Guarda le ignominiose parole | scritte di me, e il modo ch'è stato punito quel ribaldo di Michele Steno, che le scrisse. E quale stima hanno i Quaranta fatto della persona nostra. Laonde l'Ammiraglio gli disse: Messer lo Doge, se voi volete farvi Signore, e fare tagliare tutti questi becchi Gentiluomini a pezzi, mi basta l'animo, dandomi voi ajuto, di farvi Signore di questa Terra. E allora voi potrete castigare tutti costoro. Intese queste, il Doge disse, Come si può fare una simile cosa? E così entrarono in ragionamento.

masco, il quale fu messo Capo di quarant' uomini per uno de' detti congiurati (il quale intese qualche parola, sicché comprese l'effetto, che doveva succedere, e il qual era di casa di Ser⚫ Niccolò Lioni de Santo Stefano) di andare a di... d'Aprile a Casa del detto Ser Niccolò Lioni. E gli disse ogni cosa dell' ordin dato. Il quale intese le cose, rimase come morto; e intese molte particolarità, il detto Beltramo il pregò che lo tenesse segreto, e glielo disse, acciocchè il detto Ser Niccolò non si partisse di casa a di 15 acciochè egli non fosse morto. Ed egli vəlendo partirsi, il fece ritenere a suoi di casa, e serrarlo in una camera. Ed esso andò a casa di M. Giovanni Gradenigo Nasone, il quale fa poi Doge, che stava anch' egli a Santo Stefano; e dissegli la cosa. La quale parendogli, com'era, d'una grandissima importanza, tutti e due andarono a casa di Ser Marco Cornaro, che stava a San Felice. E dettogli il tutto, tutti e tre deliberarono di venire a casa del detto Ser Niccolò Lioni, ed esaminare il detto Beltramo. E quello esaminato, intese le cose, il fecero stare serrato. E andarono tutti e tre a San Salvatore in Sacristia, e mandarono i loro famigli a chiamare i Consiglieri, gli Avvogadori, i Capi de Dieci, e que' del Consiglio. E ridotti insieme dissero loro le cose. I quali rimasero morti. E deliberarono di mandare pel detto Beltramo, e fattolo venire cautamente, ed esaminatolo, e verificate le cose, ancorchè ne sentissero gran passione, pure pensarono la provvisione. E masdarono pe' Capi de' Quaranta, pe' Signori di notte, pe' Capi de' Sestieri, e pe Cinque della Pace. E ordinato, ch' eglino co' loro uomini trovassero degli altri buoni uomini, e mandassero a casa de' Capi de' congiurati, ut supra mettessero loro le mani addosso. E tolsero detti le Maestrerie dell' Arsenale, acciocchè i provvisionati de congiurati non potessero offenderli. E si ridussero in Palazzo verso la sera Dove ridotti fecero serrare le porte de la corte del Palazzo. E mandarono a ordinare ai Campanaro, che non sonasse le Campane. E così fa eseguito, e messe le mani addosso a tutti i nominati di sopra, furono que' condotti al Palazzo. "Il Doge mandò a chiamare Ser Bertucci Fa-E vedendo il Consiglio de' Dieci, che il Doge

era nella cospirazione, presero di eleggere venti de' primarj della Terra, di giunta al detto Consiglio a consigliare, non però che potessero mettere pallotta.

di notte. Ed essendo stati impiccati I traditori, e tagliata la testa al Doge, rimase la Terra in gran riposo, e quiete. E come in una Cronica ho trovato, fu portato il Corpo del Doge in una E chiamati questi venti nel Consiglio de' Dieci, barca con otto doppieri a seppelire nella sua fu mandato per Messer Marino Faliero Doge, arca a San Giovanni e Paolo, la quale al preil quale andava pel Palazzo con gran gente, gen- sente è in quell' andito per mezzo la Chiesuola tiluomini, e altra buona gente, che non sapeano di Santa Maria della Pace, fatta fare pel Vesancora come il fatto stava. In questo tempo fu covo Gabriello di Bergamo, e un Cassone di condotto, preso, e ligato, Bertucci Israello, uno Pietra con queste lettere. Heic jacet Dominus de' Capi del trattato per que' di Santa Croce, Marinus Faletro Dux. E nel gran Consiglio non e ancora fu preso Zanello del Brin, Nicoletto di gli è stato fatto alcun Brieve, ma il luogo vacuo Rosa, e Nicoletto Alberto, il Guardiaga, e altri con lettere, che dicono cosi: Hic est locus Mauomini da mare, e d'altre condizioni. I quali rini Faletro, decapitati pro criminibus. E pare, furono esaminati, e trovata la verità del tradi- che la sua casa fosse data alla Chiesa di Sant' mento. A di 16. d'Aprile fu sentenziato pel detto Apostolo, la qual era quella grande sul Ponte. Consiglio de Dieci, che Filippo Calandario, e Tamen vedo il contrario che è pure di Cà FaBertucci Israello fossero appiccati alle Colonne liero, o che i Falieri la ricuperassero con danari rosse del balconate del Palazzo, nelle quali sta dalla Chiesa. Nè voglio restar di scrivere ala vedere il Doge la festa della Caccia. E così cuni, che volevano, che fosse messo nel suo furono appiccati con spranghe in bocca. E nel breve, cioè: Marinus Faletro Dux. Temeritas giorno seguente questi furono condannati, Nic-me cepit. Pœnas lui, decapitatus pro criminibus. colò Zuccuolo, Nicoletto Blondo, Nicoletto Doro, Altri vi fecero un Distico assai degno al sue Marco Giuda, Jacomello Dagolino, Nicoletto merito, il quale è questo, da essere posto su la Fedele figliuolo di Filippo Calendaro, Marco sua sepultura : Torello detto Israello, Stefano Trivisano Cambiatore di Santa Margherita, Antonio dalle Bende. Furono tutti presi a Chioggia, che fuggivano, e dipoi in diversi giorni a due a due, e a uno a uno, per sentenza fatta nel detto Consiglio de Dieci, furono appiccati per la gola alle Colonne, continuando dalle rosse del Palazzo, seguendo fin verso il Canale. E altri presi furono lasciati, perchè sentirono il fatto, ma non vi furono tal che fu dato loro ad intendere per questi capi, che venissero coll' arme, per prendere alcuni malfattori in servigio della Signoria, nè altro sapeano. Fu ancora liberato Nicoletto Alberto, il Guardiaga, e Bartolommeo Ciriuola, e suo figliuolo, e molti altri, che non erano in colpa.

"Dux Venetum jacet heic, patriam qui prodere tentans,

Sceptra, decus, censum, perdidit, atque caput."

"Non voglio restar di scrivere quello che ho letto in una Cronica, cioè, che Marino Faliero trovandosi Podestà e Capitano a Treviso, e do vendosi fare una Processione, il Vescovo stette troppo a far venire il Corpo di Cristo. Il detto Faliero era di tanta superbia e arroganza, che diede un buffetto al prefato Vescovo, per modo ch' egli quasi cadde in terra. Però fu permesso, che il Faliero perdette l'intelletto, e fece la mala morte, come ho scritto di sopra.“

*

Cronica di Sanuto-Muratori S. S. Rerum Italicarum-vol. xx11. 628-639.

II.

MCCCLIV.

MARINO FALIERO, DOGE XLIX.

"E a di 16. d'Aprile, giorno di Venerdì, fu sentenziato nel detto Consiglio de' Dieci, di tagliare la testa a Messer Marino Faliero Doge sul pato della Scala di pierra, dove i Dogi giurano il primo sagramento, quando montano prima in Palazzo. E così serrato il Palazzo la mattina seguente a ora di Terza, fu tagliata la testa al detto Doge a dì 17. d'Aprile. E prima la beretta fu tolta di testa al detto Doge, avanti che venisse giù dalla Scala. E compiuta la giustizia, pare che un Capo de' Dieci andasse alle Colonne del Palazzo sopra la Piazza, e mo- On the eleventh day of September, in the year strasse la spada insanguinata a tutti, dicendo: of our Lord 1354, Marino Faliero was elected E stata fatta la gran giustizia del Traditore. and chosen to be the Duke of the Commonwealth E aperta la Porta tutti entrarono dentro con of Venice. He was Count of Valdemarino, in gran furia a vedere il Doge, ch' era stato giu- the Marches of Treviso, and a Knight and a stiziato. E' da sapere, che a fare la detta giu- wealthy man to boot. As soon as the election stizia non fu Ser Giovanni Sanudo il Consigliere, was completed, it was resolved in the Great perchè era andato a casa per difetto della per- Council, that a deputation of twelve should be sona, sicchè furono quatordici seli, che ballotta- despatched to Marino Faliero the Duke, who rono, cioè cinque Consiglieri, e nove del Con- was then on his way from Rome; for, when he siglio de Diece. E fu preso, che tutti i beni was chosen, he was Embassador at the court of del Doge fossero confiscati nel Comune, e cosi the Holy Father, at Rome,-the Holy Father degli altri traditori. E fu conceduto al detto himself held his court at Avignon. When MesDoge pel detto Consiglio de' Dieci, ch' egli po- ser Marino Faliero the Duke was about to land tesse ordinare del suo per Ducati due mila. in this city, on the fifth day of October, 1354, a Ancora fu preso, che tutti i Consiglieri, e Avo- thick haze came on, and darkened the air; and gadori del Comune, que' del Consiglio de' Dieci, he was enforced to land on the place of Saint e della Giunta, ch'erano stati a fare la detta Mark, between the two columns on the spot sentenza del Doge, e d'altri, avessero licenza di where evil doers are put to death; and all portar arme di di e di notte in Venezia e da thought that this was the worst of tokens.-Nor Grado fino a Cavarzere, ch' è sotto il Dogato, must I forget to write that which I have read con due fanti in vita loro, stando i fanti con in a chronicle.-When Messer Marino Faliero essi in casa al suo pane e al suo vino. E chi was podesta and Captain of Treviso, the Bishop non avesse fanti, potesse dar tal licenza a' suoi delayed coming in with the holy sacrament, on figliuoli ovvero fratelli, due però e non più. a day when a procession was to take place. Now Eziandio fu data licenza dell' arme a quattro the said Marino Faliero was so very proud and Notaj della Cancelleria, cioè della Corte Mag-wrathful, that he buffeted the Bishop, and almost giore, che furono a prendere le deposizioni e in- struck him to the ground. And, therefore, Heaquisizioni, in perpetuo a loro soli, i quali fu- ven allowed Marino Faliero to go out of his rouo Amadio, Nicoletto di Loreno, Steffanello, right senses, in order that he might bring hime Pietro de Compostelli, Scrivani de' Signoril self to an evil death.