網頁圖片
PDF
ePub 版

SONETTO CX.

Come talora al caldo tempo fole
Semplicetta farfalla al lume avvezza
Volar negli occhi altrui per fua vaghezza;
Ond' avven ch' ella more, altri fi dole:
Così fempr' io corro al fatal mio Sole
Degli occhi onde mi vien tante dolcezza,
Che'l fren della ragion' Amor non prezza;
E chi difcerne è vinto da chi vole.

E veggio ben, quant' elli a fchivo m' hanno;
E fo, ch'i'ne morrò veracemente;

Che mia vertù non può contra l'affanno;
Ma si m' abbaglia Amor foavemente,

Chi' piango l'altrui noja, e nò 'l mio danno;
E cieca al fuo morir l' alma confente.

SESTINA V.

Converfione a Dio. Narra come pienamente ha foddisfatto infino a qui all' amore di Laura. Poi dice che omai è tempo di

fervire a Dio.

Alla dolce ombra delle belle frondi

Corfi, fuggendo un difpietato lume,
Che 'n fin quaggiù m' ardea dal terzo cielo;
E difgombrava già di neve i poggi
L'aura amorofa, che rinnova il tempo;
E fiorian per le piagge l'erbe, e i rami.

Non

Non vide il mondo sì leggiadri rami,

Nè moffe 1 vento mai sì verdi frondi;
Come a me fi moftrar quel primo tempo;
Tal, che temendo dell' ardente lume
Non volfi al mio refugio ombra di poggi,
Ma della pianta più gradita in cielo.

Un Lauro mi difefe allor dal cielo:
Onde più volte vago de' bei rami
Da po' fon gito per felve, e per poggi:
Ne giammai ritrovai tronco, nè frondi
Tant' onorate dal fuperno lume;
Che non cangiaffer qualitate a tempo.

Però più fermo ogni or di tempo in tempo
Seguendo ove chiamar m' udia dal cielo,
E fcorto d'un foave, e chiaro lume
Tornai fempre devoto a i primi rami,
E quando a terra fon fparte le frondi,
E quando 'l Sol fa verdeggiar i poggi.

Selve, faffi, campagne, fiumi, e poggi,
Quant'è creato, vince, e cangia il tempo:
Ond' io cheggio perdono a quefte frondi,
Se rivolgendo poi molt' anni il cielo
Fuggir difpofi gl' invescati rami,

Tofto ch' incominciai di veder lume.

Tanto mi piacque prima il dolce lume,
Ch' i' paffai con diletto affai gran poggi,
Per poter appreffar gli amati rami:
Ora la vita breve, e 'l loco, e 'l tempo
Mòftrammi altro fentier di gir al cielo,
E di far frutto; non pur fiori, e frondi,

Altro amor', altre frondi, ed altro lume,
Altro falir al ciel per altri poggi
Cerco (che n'è ben tempo) ed altri rami.

SONETTO CXI.

Commenda la piacevolezza del parlare d' una Donna, per lo quale gli torna a memoria Laura, quando gli fi moftrava con vista, e con atti piacevole.

Quand' io v' odo parlar si dolcemente,

Com' Amor proprio a' fuoi feguaci inftilla,
L'accefo mio defir tutto sfavilia,

Tal, che 'nfiammar devria l'anime fpente.

Trovo la bella Donna allor presente,

Ovunque mi fu mai dolce, o tranquilla,
Nell' abito ch' al fuon non d'altra fquilla,
Ma di fofpir mi fa deftar fovente.

Le chiome all' aura fparfe, e lei converfa
Indietro veggio; e così bella riede
Nel cor, come colei che tien la chiave:

Mal foverchio piacer che s' attraverfa

Alla mia lingua, qual dentro ella fiede,
Di moftrarla in palese ardir non ave.

*******

*****************

SONETTO CXII.

A Sennuccio fcrive la cagione, perchè, ancorachè Laura non fia bella, come prima, nondimeno egli ne fia innamorato piucchè mai; la quale è che bella oltra mifura la vide la prima volta, e tiene nella memoria quella prima idea.

Nè così bello il Sol giammai levarfi,
Quando 'l ciel foffe più di nebbia fcarco;
Nè dopo pioggia vidi 'l celefte arco
Per l'aere in color tanti variarfi;

In quanti fiammeggiando trasformarsi
Nel dì ch' io prefi l'amorofo incarco,
Quel vifo al qual' (e fon nel mio dir parco)
Nulla cofa mortal pote agguagliarfi.

I' vidi Amor, ch' e' begli occhi volgea
Soave sì, ch'ogni altra vifta ofcura
Da indi in quà m' incominciò apparere.

Sennuccio, il vidi, e l'arco che tendea,
Tal, che mia vita poi non fu fecura,
Ed è sì vaga ancor del rivedere.

SONETTO CXIII.

Pommi ove '1 Sol' occide i fiori, e l'erba;
O dove vince lui'l ghiaccio, e la neve:
Pommi ov'è 'l carro fuo temprato, e leve;
Ed ov'è chi cel rende, o chi cel ferba:

Pomm' in umil fortuna, od in fuperba;

Al dolce aere fereno, al fofco e grave:
Pommi alla notte; al dì lungo, ed al breve;
Alla matura etate, od all' acerba :

Pomm' in cielo, od in terra, od in abiffo;

In alto poggio; in valle ima e paluftre; Libero fpirto, od a' fuoi membri affiffo: Pommi con fama ofcura, o con illuftre: Sarò qual fui: vivrò com' io fon viffo, Continuando il mio fofpir triluftre.

0000000000:0:000000000

SONETTO CXIV.

Dopo molte gloriofe appellagioni, nelle quali fi contengono le lodi dell' Animo, e del Corpo di Laura, ti duole di non potere fcrivere in lingua, che la fama fua fi fpandeffe per tutto il Mondo. Ma promette, per la lingua Vulgare, che tutta Italia il faprà.

d'ardente virtute ornata, e calda
Alma gentil, cui tante carte vergo;
O fol già d' oneftate intero albergo,
Torre in alto valor fondata, e falda;
O fiamma; o rofe fparfe in dolce falda

Di viva neve, in ch' io mi fpecchio, e tergo:
O piacer' onde l'ali al bel vifo ergo,
Che luce fovra quanti 'l Sol ne fcalda;

Del voftro nome, fe mie rime intefe

Foffin si lunge, avrei pien Tile, e Battro,
La Tana, il Ñilo, Atlante, Olimpo, e Calpe:

« 上一頁繼續 »