Che bel guadagno è quello d'una fimia! Vil' animal'è il cane: ma l'uom più affai. Al tuo effer m'appiglio. Non più fognar: queft' è il miglior configlio. SONETTO A SENNUCCIO. Siccome il padre del folle Fetonte. Quando prima fenti la punta d'oro Unica del Sol figlia in atto, e in forma, Così perdendo il tempo afpetto l'ora. Io ti prego, Sennuccio, che mi defti, A MAESTRO ANTONIO DA FERRARA. Ingegno ufato alle queftion profonde, Ceffar non fai dal tuo proprio lavoro: Dietro a colei per cui mi difcoloro, Quetar può l' alma; ficcome mi pare; 0000000000000000000000000 Conte Ricciardo, quanto più ripenfo vergogna accenfo. E non fo qui trovare altro compenfo Se non che 'l tempo è breve, e i dì fon ratti: Per torne quinci, ed ha già il mio confenfo. Mill' anni parmi, io non vo' dir che morto, Ma ch'io fia vivo; pur tardi, o per tempo Spero falir ov' or penfando volo. Di voi fon certo; ond io di tempo in tempo Men pregio il mondo, e più mi riconforto, Dovendomi partir da tanto duolo. *********************** ********* 1 NDICE DE' SONETTI DEL PETRARCA. A A. hi, bella libertà, come tu m'hai a Carte 108 Almo Sol, quella fronde ch' io fola amo, Amor', io fallo; e veggio 'l mio fallire: 302 277 193 292 189 159 176 226 174 133 188 232 152 179 186 190 28 293 204 7 41 Arbor vittoriofa, e trionfale, Afpro core, e felvaggio, e cruda voglia B. Beato in fogno, e di languir contento, Ben fapev' io che natural configlio, C. Cantai; or piango; e non men di dolcezza 254 259 226 118 214 70 77 227 Cara la vita, e dopo lei mi pare 253 Cercato ho fempre folitaria vita 251 Cefare, poi che 'l traditor d'Egitto 112 Che fai, alma? che penfi? avrem mai pace? 167 Che fai? che penfi? che pur dietro guardi 271 Chi vuol veder quantunque può Natura, 243 Come 'l candido piè per l'erba fresca 177 Come talora al caldo tempo fole 160 Come va❜l mondo! or mi diletta, e piace 283 Conobbi; quanto il ciel gli occhi m' aperfe, D. Da' più begli occhi, e dal più chiaro vifo |