Minaccia inaccia d'esser lunga questa Storia de' Pensieri, sapendosi che per più di sei lustri il nostro Vate s'occupò d'Amore, Con cu' i pensieri mai non han mezzo I sento già stancar la penna Del lungo e dolce ragionar con lei, Ma non di parlar meco i pensier miei. Solamente a Petrarca fu dato in sorte d'aver delle penne col lume di ragione, il qual manca a tutte le altre; e cosi materialmente pongono le mie il nero sul bianco che, per farle proseguire, non bastano i consigli, ma richiedono i colpi di temperino. Egli avea detto da prima che un sol pensiere angoscia dalle; ma neppur un solo può scriversi sur un'ombra: Og' è l'ombra gentil del viso umano, Accresciuta si sarà la difficoltà di trasmettere su quell'ombra l'impronta de' pensieri, quando il loro numero giunse ad atterrire lo stesso Poeta : E io nel cor, più freddo che ghiaccio, Si sarà persuaso allora dell' impossibiltà di poterli distendere nelle infinite sue rime: Così potess' io ben chiudere in versi I miei pensier, come nel cor li chiudo. E notate in oltre che quest' ampolloso dire annunzia assai, ma non significa abbastanza : Quant' io parlo è nulla Al celato amoroso mio pensiero. Egli era imbarazzato co' farraginosi pensieri di 50 anni; e poi si sorprende se manca la carta, allorché ne' Trionfi vuol aggiugnerne di nuovi : Quando in si poca carta Nuovo pensier di raccontar mi nacque. Grande cosa dovea esser Laura, da che il nostro Vate osa preferirla a Dio (SON. 157 P.1 Canz. 7 St. 3 P.); e naturalmente, per contemplarla, uscir doveano a sciami i pensieri dal suo core. Per rimanerne estatico ed ammaliato, a lui bastò il vederla una volta, e la chiamò in appresso Fior di virtù, fontana di beltate, Ch' ogni basso pensier dal cor mi avulse- Ch' al sommo ben conduce -- E or convien che col pensier la segua Per far lume al pensier torbido e fosco, Cerco il mio Sole, e spero vederlo oggi Da indi in qua cotante carte aspergo Di pensier, di lagrime e d'inchiostro. Luce più prolifica di questa non vi potea essere; ma dato non era al Petrarca di partorire tanti esseri loquaci senza la precedente fecondazione della sua Donna, di cui bisogna sapere che I pensier son saette, e 'l desir un foco. Sebbene codesti elementi siano poco favorevoli alla propagazione, pure dovea Madonna scostarsi dalle regole: Così costei, ch'è tra le donne un Sole, In me movendo de' begli occhi i rai, Cria d'Amor pensieri, atti e parole. Appartenendo la tutela degli esseri a chi somministra l'aura fecondante, ne veniva perciò che Madonna disponesse de' pensieri del Vate, anche a di lui dispetto : Ma com' ella li governa e volga, Primavera per me pur non è mai. Qualche volta nondimeno sorridea a questo disperato : E in tal guisa s'aperse Quel pietoso pensier ch'altrui non scerse. Come madre de' pensieri, essa offriva commovente spettacolo, quando tutta sola andava a passeggiare seco loro: Qual dolcezza è nella stagion acerba Vederla ir sola co' i pensier suo' insieme! Avrà ben fatto tanto d'occhi il Petrarca per vedere, ove il Lauro s' arrestava; siccom' egli all'ombra di quello solea fare di gran cose, e spesso se ne ricordava : Dolce del mio pensiero ora beatrice, Che vince ogni altra speme, ogni desio... Ne la dolce ombra al suon de l'acque serivo. Tutt' altra scena ella però avrà presentato, quando seduta fra i medesimi, s'avvisò d'immascherarsi col cuore del Petrarca: La donna che 'l mio cor nel viso porta, La burla si è cangiata in ispavento; ed allora fu l'anima del Vate Da si lieti pensier a pianger volta. Chi s'immagina alienate tutte le facoltà dell' ani ma, all'eccezione di alcuni dispotici pensieri, all' anima non deve più riportarsi, ma a que' despoti; e perciò volgersi dovea il Petrarca al pensier bramante Laura, senza dire: Che fai, alma, Che pensi? Avrem mai pace? Che fai? Che pensi, che pur dietro guardi? L'anima nel supposto caso, in vece di pensare o di consigliare, non potea che secondar l'oggetto della propria follía; e già Petrarca vi si adatta, e se ne fa buon augurio: Se 'l pensier che mi strugge, Così vestisse d'un color conforme; Forse tal m' arde e fugge, Ch' aria parte del caldo, E desteriasi Amor da dove or dorme. Bisognava che costei non s' accorgesse del reo disegno; poichè nel suo sdegno sarebbe stata capace di riempire il core del Vate di pensieri, chiudendolo poscia in modo che non vedessero più aria: Empiendo d'un pensier alto soave Quel cor, ond' hanno i begli occhi la chiave. L'ultima volta che fu dato in sorte al Petrarca di veder Laura, dice che agli occhi suoi, come ai due amici più fidi, I miei cari pensier e 'l cor lasciai. a Povero cuore! Che fu mai di lui, quando morirono Que' begli occhi soavi, Che portaro le chiavi De' suoi dolci pensier, mentre a Dio piacque? (CANZ. 4 ST. 5) Nel portar Laura i dolci pensieri del Petrarca avrà certamente escluso e abbandonati i pensieri agri; giacche proseguono costoro a querelarsi sino al fondo dello sterminato volume; la qual cosa a Dio non potea piacere, trattandosi di un amor sacrilego tra una maritata ed un sacerdote. E dello stesso cuore oh pensieri più sciagurati ancora! Ormai se ne deve avere un' idea per questo mio Saggio; e cosa di loro avran mai detto Gli angeli eletti e l' anime beate, Noi non abbiamo a cruciarci tanto di que' pensieri, |