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capo ancora, poichè la sua mente non ne ha che un solo:

I volsi i pensier tutti ad un segno,
Che parlan sempre de' lor tristi danni
E quantunque io miri

Mille cose diverse attento e fiso,

Solo una donna veggio e 'l suo bel viso.

E allorquando vede o sente questa donna, vogliam noi credere, che l'amor suo in odio si converta e la di lui concupiscenza in avversione? In tal caso ei dice: Sento far del mio cor dolce rapina,

E di dentro cangiar pensieri e voglie.

Io credo che le voglie ed i pensieri d'un amante deb❤ bano allora accendersi più che mai: e se Petrarca non sapea distrarre da Laura quel dispotico suo pensiero, tanto meno avrà potuto dimenticarla, quanto più gli era dato in sorte di sentirla e di vederla. Essendo cosi le cose, come si può mai conciliare ch' egli abbia messo per una donna

Egualmente in non cale ogni pensiero ?

Questo modo di dire annunzia uno svanito o un mentecatto, piuttosto che un uomo acceso da fervida passione, il quale anche troppo è predominato da un pensiero, e colma non è certamente d'oblio l'anima sua, ossia la sua Nave che passa

Per aspro sentier a mezza notte il verno
Infra Scilla e Cariddi.

In luogo di perdersi tra la nebbia di Lete, egli mette anzi

A ciascun remo un pensier pronto e rio,
Che la tempesta e 'l fin par c'habbi a scherno.
(SON. 155)

Svegliato dallo stesso pericolo di naufragare, ei diventa un Argo vigilantissimo, che vede sotto qualunque aspetto il predominante suo pensiere, e può esaurire riguardo al medesimo tutti i sensi, di cui egli sia suscettivo. Ciò si verifica nel nostro Poeta, il quale volta in tutti i modi una sola idea e consacra al suo affetto migliaia e migliaia di Rime.'

Nella v Stanza della medesima Canzone non più si lagna della memoria, ma del tempo insufficiente alla feracità della medesima :

Ma perchè il tempo è corto,

La penna al buon voler non può gir presso;
Onde più cose ne la mente scritte

Vo trapassando; e sol d'alcune parlo, Che maraviglia fanno a chi le ascolta. Sorprenderà sicuramente come un delirante faccia minuzioso ragguaglio della sua follía, e, comunicandola a tutto il mondo, riscuota applauso e ammirazione. Quando certe idee preponderano sopra le altre, non più regge l'equilibrio che costituisce il buon senso: ed ecco il caso del Petrarca, il quale riconosce il predominio d'un pensiere e non sa emanciparsi:

Pieno d'un vago pensier che mi dișvia

Da tutti gli altri, e fammi al mondo ir solo,
Ad or ad or a me stesso m'involo,

Pur lei cercando che fuggir devria.

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Quel misantropo pensiere si contraddice e s'inganna, se lo fa andar solo e cerca compagnía, mentre più solo non sarà, se arriva a trovarla. E di fatto con tanto fuggir il mondo, ei la trova:

E veggiola passar si dolce e ria
Che l'alma trema per levarsi a volo.

Ma finalmente

(SON. 155)

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Ad alta voce un pensier la chiama, ed ella, schiava a quel tiranno, si trattiene ancora in questa valle di delitti e di lagrime. Sapendo egli da qual lato l'alma zoppicava, cerca di perderla, imitando Satanasso, quando si finse amico del primo nostro Genitore; e in ambi casi riusci l'artifizio:

Un amico pensier le mostra il vado,

(Non d'acqua, che per gli occhi si risolve) Di gir tosto, ove spera esser contenta,

(SON. 144)

Ecco il fico, col quale fu condotto a perdizione il genere umano, e applica Petrarca al caso suo la stessa sciagura, condolendosene col cardinale Giovanni Colonna :

Signor mio caro, ogni pensier mi tira ....
Poi quel dolce desio, ch' Amor mi spira,
Menami a morte, ch'io non me n'avveggio.
(SON. 226)

Se Petrarca non è giunto al sommo bene, a cui carnalmente aspirava, tutta s'ascriva la colpa all'onesto sdegno e alla costante ripugnanza di Madonna, presso

cui il Poeta depone le armi nell'atto stesso che tenta nuovo assalto :

Onde il cor lasso riede,

Col tormentoso fianco,

A partir teco i lor pensier nascosti.

(CANZ. 13)

Come figura poetica si può tollerare che il cuor pensi; ma quai celati pensieri potrà mai aver il fianco da divider con Laura? Fingea Petrarca tutta l'ipocrisia al cospetto di lei; ma l'angue stava nascosto sotto l'erba e questo terminò col mordere il ciarlatano:

Mentr' io portava i bei pensier celati,
Channo la mente desiando morta,

Coll'abbandonarsi tutto ai sensi egli in fatti avea smar-
rita la ragione, e a lui parea di non aver più anima;
Anima, dove sei? Che ad or ad ora
Di pensier in pensier, di male in peggio,
Perseguendo ci vai: e del tuo seggio
Non sai pur ritrovar la parte ancora?
Nel trovare un persecutore credea d'aver perduta l'a-
nima, e la cercava è volea vederla, ignorando nel suo
disordine d' intelletto che trattavasi d'un puro spirito;

Tu sei pur méco, e non puoi esser fuora,
Finchè morte

Ma dove sei chi non ti sento e veggio? Sentiva il Petrarca e vedea soltanto d'esser degradato dal suo essere o dall' umana dignità; e perciò grida anch'esso:

"Alienatae sunt a me cogitationes meae

Da me son fatti i miei pensier diversi.

(CANZ. 3 ST. 6)

O sognasse o vegliasse, era sempre Laura che occupava il suo pensiere:

S'io dormo, o vado, o seggio,

Altro giammai non chieggio

In quanto più selvaggio

Loco mi trovo,

...

Tanto più bella il mio pensier l'adombra;
Poi quando il vero sgombra

Quell' error, pur là medesmo assido.

Ma mentre tener fiso

Posso al primo pensier la mente vaga,

E mirar Lei, e obliar me stesso,

Sento Amor sì da presso

Che del suo proprio error l'alma s' appaga.

(CANZ. 17)

Un uomo che è fuor di sè per amore, non dovrebbe trovar certo gran difficoltà a pensare alla sua bella: anzi Petrarca non potea far altra cosa; e con empietà sfida Iddio a disporre altrimenti :

Per mezzo i boschi inospiti e selvaggi

Io vo cantando (o pensier miei non saggi!)
Lei, che 'l Ciel non potría lontana farme ....
Ivi non donne, ma fontane e sassi
E l'imagine trovo di quel giorno

Che 'l pensier mio figura ovunque sguardo. Si tiranneggiato si trova in somma il nostro Vate da quel solo pensiere, ch'egli fa pietà a sé medesimo:

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