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Il quarto è di Cidippe.
Ma non è chi paregge (1),
L'altro su cui si legge
In Argiva favella (2):
Abbialo la più bella :
Pomo famoso tanto

Per la man, che vi scrisse;
Pomo, cagion sul Xanto
Di tante pugne (3) e risse.
Volgo lo sguardo, e appesa
Di verde bronzo antico
Veggo lucerna, io dico:
Oh, chi la vide accesa!
Allora il Nume infido •
Che il tutto prende a gioco:
La vide, ma per poco

Il Notator d' Abido.

'Ahi sventurato Notator d' Abido

Dissi ah misera lei! chi la conforta,

:

Ch' estinto il vede comparir sul lido...:
Qui m'interruppe Amore: a te che importa?
Mira quest' arco; il miro.

Non è un bell' arco? ammiro,
Ch' è d' ebano contesto :

Tutto d'avorio è il resto.

(1) Peregge per pareggi.

(2) Argiva favella, lingua greca.

(3) Pugne, battaglie, com battimenti,

Or sai tu chi portollo?

Credo il giovane Apollo

Quando ... no, disse Amore;
Sappi, che questo è quello
Verginal arco e bello,

Di cui, col suo pastore
Stando ad una fontana,
Scordossi un dì Diana.
La sorella del sole?

Quella, che star non vuole
Se non tra cani e reti?
Quella fra voi Poeti

Bella del sol germana,
Casta appiè d' ogni monte,
Casta appiè d'ogni fonte,
Castissima Diana.

Indi siegue a mostrarmi
De' vinti Dei le spoglie:
V' eran di Marte l'armi;
E il Tirso colle foglie
Del Nume Tironeo ;
E l' ali, e il Caduceo
Del messaggier celeste,
E l'umido Tridente
Di chi nel mar fremente
Comanda alle tempeste;
E il rugginoso e nero
Scettro, di chi l'impero

Tien sul pallido fiume
Dell' Erebo fumante.

Tutti trofei d'un Nume

Trofei d'un Nume infante.

Nel gran Museo del signor nostro,
oh quante
Cose mirai, ch' entro mia mente ho scritto! |
L' Asta, il Brando, il Cimier di Bradamante
Vidi, e la rocca e il fil d' Ercole invitto.
Vidi la Tazza, ove il Romano Amante
Bevvè gran parte del valor d' Egitto;
E le monete, in cui Giove tonante
Cangiossi, e prezzo ei fu del suo delitto.
Vidi rete d'acciajo industre e bella;

E dissi: è quella, che il fabro di Lenno Fe' per tua madre ? Amor rispose: è quella. Poi mostrommi una lucida ampolletta;

E qui? diss' io; qui fu d' Orlando il senno;
(Rispose Amore) e il tuo pur qui s' aspetta.
Disse e vibrò saetta,

Che rapida mi giunse;
Ed ahi! da che mi punse;
Pace non trovo, o loco,
Qual s' io mi stessi in foco:
Dicol, nè men vergogno;
Non so s' io veglio o sogno;
S'io sogno, o se vaneggio;
S' io vidi, o se ancor veggio

Quel, che veder mi parve.
Fur (1) visioni, o larve ?

Nol so, so ben, che Amore,
Con barbaro furore

Della mente il bel raggio
Ne toglie e guida a morte.
Fugga da Amor chi è saggio:
Fugga da Amor chi è forte.

Ch' ei d' ogni cuor fa scempio,
E poi sen vanta l'empio,
Non fa che tradimenti,
Poi ride il traditore.

Fuggite Amore, o Genti :
Genti, fuggite Amore.

GIOVAN-BATTISTA ZAPPI.

NARRAZIONE D'EGISTO

Nella Merope del Maffei.

Nè ciò pensai, nè a far ciò ch' io pur feci,
Empia sete mi spinse, o voglia avara.
Anzi a chi me spogliare, e uccider volle,
Per mia pura difesa a tor la vita

I' (2) fui costretto. In testimon ne chiamo
Quel Giove, che in Olimpia, ha pochi giorni,

(1) Fur per furono,

(2) I' per io.

Venerai nel gran Tempio. Il mio cammino
Cheto e soletto i' proseguia, allor quando

Per quella via, che in ver (1) Laconia guida,
Un uom vidi venir, d' età conforme ;
Ma di selvaggio, e truce aspetto: in mano
Nodosa clava avea. Fissò in me gli occhi
Torvi, poi riguardò, se quinci, o quindi
Gente apparia: poichè appressati fummo
Appunto al varco del marmoreo ponte,
Ecco un braccio m' afferra, e le mie vesti,
E quanto ho meco altero chiede, e morte
Bieço minaccia: io con sicura fronte
Sprigiono il braccio a forza, egli a due mani,
La clava alzando, mi prepara un colpo,
Che se giunto m' avesse, le mie sparse
Cervella foran (2) or giocondo pasto
Ai rapidi avoltoi : ma ratto allora
Sottentrando il prevenni, ed a traverso
Lo strinsi, e l'incalzai: così abbracciati
Ci dibattemmo alquanto, indi in un fascio
N' andammo a terra; ed arte fosse, o sorte,
Io restai sopra, ed ei percosse in guisa
Sovra una pietra il capo, che il suo volto
Impallidi ad un tratto, e le giunture
Disciolte, immobil giacque. Allor mi corse
Tosto al pensier, che su la via restando
Quel funesto spettacolo, inseguito

(1) In ver, verso.

(2) Foran per

sarebbero.

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