網頁圖片
PDF
ePub 版

Quel naturale istinto,
Nice, a parlar mi sprona;
Per cui ciascun ragiona
De' rischj, che passò.

Dopo il crudel cimento
Narra i passati sdegni
Di sue ferite i segni
Mostra il guerrier così.

Mostra così contento

Schiavo, che uscì di pena,

La barbara catena,
Che strascinava un dì.

Parlo, ma sol parlando,
Me soddisfar procuro;
Parlo, ma nulla io curo
Che tu mi presti fè. (1)
Parlo, ma non dimando,
Se approvi i detti miei:
Nè se tranquilla sei
Nel ragionar di me.

lo lascio un incostante:
Tu perdi un cor sincero:
Non so di noi primiero
Chi s' abbia a consolar.

(1) Fè per fede.

So, che un sì fido amante
Non troverà più Nice,
Che un' altra ingannatrice
È facile a trovar.

METASTASIO.

LONDRA.

Fiume che imitator dell' Oceáno

Sostien gran navi, e seco alterna il corso, Ponte che ha quasi una città sul dorso, Popol che numerar tentasi in vano, Senato ch'è un' immagin del Romano Governo popolar seco in concorso, Della salvezza altrui sol per soccorso Regio poter nel ben oprar sovrano Commercio, e di lui figlia ampia ricchezza, Libertà che n' è origine e sostegno, Viril valore, e femminil bellezza, Queste di Londra, e del Britanno regno Tutte le parti son: chi non le apprezza, Del nomed' uom non che di vita è indegno.

PAOLO ROLLI.

LA LUCCIOL A,

Già sulle penne tacite

La notte apriva il volo,
E il manto oscuro ed umido
Disteso avea sul suolo.
La vaga scena, e varia

D'ogni terrestre oggetto
Confusa era in un torbido
Ed uniforme aspetto.
Scotean l'aurette tremole
Le molli ed umid' ali
A lusingar la placida
Quiete de' mortali,
E a ristorar le tenére

Erbette uscía (1) dal grembo
Delle notturne nuvole
Un rugiadoso nembo.
Sotto l'amiche tenebre
Per l'aer quieto ombroso
Movea dorata Lucciola
Il volo luminoso.

Sull' ali aperte librasi,
Or s'erge ed or s'abbassa,
E il negro orror di lucida
Traccia segnando, passa;

(1) Uscia per Usciva.

Il lume incerto e instabile,

Che intorno ella diffonde
Con moto alterno e rapido
Or mostrasi, or s'asconde,
Tal se di selce rigida

Batte l'acciaro il seno,
Breve scintilla accendesi,

E subito vien meno.

Intorno a lei di semplici
Fanciulli un stuol s'aduna,
E stupido ne seguita
Il vol per l'aria bruna ;
E insiem concordi giurano
Che in paragon di quello,
Più vago mai non videsi,
Nè meglio ornato augello.
In van di piuma candida
Il canarino è cinto,
In van d'oro e di porpora
Il cardellino è pinto.

Or più nel bujo all' aureo
Fagian non si dà loda,
Nè del pavon rammentasi

La varia occhiuta (1) coda :

(1) Occhiuta, piena d'occhi; per esser tempestata di macchie a

disesi occhiuta la coda del pavone | foggia d'occhi.

L'occhio sprezzante áll' umile
Turba seguace volse
L'alato insetto, e tumidi
Detti così disciolse:

Io da mortale origine
Non sono già discesa ;
La luce che circondami
Fu su nel cielo accesa.

Vedete là quei lucidi

Punti che chiaman stelle?
Sol perchè me somigliano
Risplendon così belle.

Del ciel queste che formano
Il più grato ornamento
Altro non son che Lucciole
Del vago firmamento.

E quei che tanto brillano
Sul scettro de' Regnanti ;
Dalla mia luce appresero
A splendere i diamanti.

Così vaneggia e stupidi
I semplicetti seco
Tutta la notte traggesi
Dietro per l'aer cieco. (1)

(1) Cieco, oscuro.

[ocr errors]
« 上一頁繼續 »