Tepidetti Rai (2) del sol tanto s' abbella, Tra le stelle Idalia bella. Ogni fiore umil l' inchina Strali amor fa di sue spine: E di lei s' adorna il crine : Ahi, mortali, il gentil fiore Pien d' onore C' ha (1) il mattin tanta bellezza, Desiata Rende il sol di giovinezza. Ma guardiam, che questo sole Spesso suole Esser falso e pien d' inganno; Ed apportan traditori Suoi favori Util breve, eterno danno. G. CRESCIMBENI. GIUDITTA. Alfin col teschio d' atro (3) sangue intriso (4) (1) C'ha, che ha, (2) Cui, che, (3) Atro, nero (4) Intriso, bagnato. Cento Profeti alla gran Donna intorno Andrà ( dicean) chiara di te memoria, Finchè 'l Sol porti, e ovunque porti il giorno. Forte ella fu nell' immortal vittoria; Ma fu più forte allorchè fe' (1) ritorno: » Stavasi tutta umil in tanta gloria. » GIOVANNI BATTISTA ZAPPI. Siam degli altri a svantaggio Facili a giudicar! Misero effetto Del troppo amar noi stessi. Al nostro fasto Lusinga è il biasmo (2) altrui. Par, che s'acquisti Quanto agli altri si scema. Ognun procura Di ritrovare altrove O compagni all' errore; O l'error, ch' ei non ha. Cambiam per questo Modestia la viltà! Veduta in altri È viltà la modestia, La prudenza è timor. Quindi poi siamo (1) Fe' per fece. METASTASIO. Giuseppe. Parte I. (2) Biasmo per biasimo. GLORI A. Gloria che sei mai (1) tu? per te l'audace. Figlia di lungo affanno, un' aura vana; Che fra i sudor si cerca, e non si gode. Tra i vivi, cote (2) sei d'invidia insana: Tra i morti, dolce suon a chi non l'ode; Gloria flagel della superbia umana. GIULIO BUSSI. Ma questa gloria, oh Dei! Non è dell' alme nostre Un affetto tiranno? Al par d' ogni altro Domar non si dovrebbe? Ah no. De' vili Questo è il linguaggio. Inutilmente nacque, (1) Mai, particella riempitiva the dà forza al discorso. (2) Cote, pietra da affilar ferri. In senso figurativo dicesi | di cosa che affini, 0 accresca forza altrui, ma solamente parlando di cose morali. Chi sol vive a se stesso; e sol da questo In cui saría (1) senza il desío d' onore; Lo spavento a' perigli, Alla morte il terror; dilata i regni, E rende l'uomo imitator de' Numi. METASTASIO. Attilio Regolo. Atto 2. Scena 7. GUERRA. Veder di sdegni acceso il fiero Marte, Del Dio di Lenno, e minacciar rovine, (1) Saría per sarebbe. (2) Sparte, sparse. |