Galatea tornando alfine, Sentì il duol farsi (1) minore, Che anche il duolo ha il suo confine; Vanno a spegnersi gli affetti. Giunta appena a quelle sponde Non rivide più la bella, Non risposero i pastori: Ma una certa sua nemica, Una sua rivale antica Gridò, sì, che ognun l' udío; (3) Tu cangiasti, e non quel rio. GIOVANNI GHERARDO DE' Rossi. (1) Farsi, divenire. (2) Rei, malvagi. (3) Udio per ud GELOSIA. Cura, che di timor ti nutri, e cresci; Senza s onno le notti, ivi ti duoli Non men di dubbia, che di certa pena: Vattene ; a che più fiera, che non suoli, (3) Se il tuo venen m' è corso in ogni vena, Con nove larve, a me ritorni e voli? GIO. DELLA CASA. Smunta le guance, (4) e rabbuffata il ciglio (1) Misti, mescolati. (2) Amari, amarezze. (3) Suoli, sei solita. colle guance smunte. (5) Ceffo, muso del cane, o del porco. Dicesi anche del (4) Smunta le guance, vale volto umano per mostrar difformità. Duri morsi v' imprime, e fa vermiglio ANTONIO ZAMPIERI. Perdono, amata Nice; Bella Nice, perdono. A torto, è vero, Dissi, che infida sei; Detesto i miei sospetti, i dubbj miei. Mai più della tua fede, Mai più non temerò. Per que' bei (4) labbri Lo giuro, o mio tesoro, In cui del mio destin le leggi adoro. Bei labbri, che Amore Formò per suo nido, (1) Aprío per apri. (2) Rio, colpevole, malvagio. (3) Fare scempio vale stra ziare con crudel tormento. Puniscimi, se vuoi. Pur qualche scusa Ei pallido si fa; confusi entrambi Ti guarda, e tu sorridi - Ah quel sorriso, So che vuol dir! la prima volta appunto Ed io mi lagno a torto? E tu non mi tradisci? Infida! ingrata! Ritorno a dubitar. Pietà, mio bene, Che amor mi rende insano, Che il primo non son io, che giuri in vano. Giura |