Altrui vile, e negletta, a me sì cara, acqua chiara, Che poco è il desiderio, e poco è il nostro Son figli miei questi, ch' addito, e mostro Tempo già fu, quando più l'uom vaneggia E vissi in Memfi un tempo; e nella reggia (1) Verga, scettro. (2) Men per me ne, riempitivo he aggiunge una certa grazia ed espressione alla parola vivo. E lusingato da speranza ardita, Soffrii lunga stagion ciò che più spiace: Mancò la speme (1), e la baldanza audace; E sospirai la mia perduta pace; E dissi: O Corte, addio. Così agli amici TASSO. Gerusalemme liberata. Canto 7. Care selve beate, E voi solinghi, e taciturni orrori Di riposo, e di pace alberghi veri, A rivedervi i' (2) torno! e se le stelle Di viver' a me stessa, e di far vita Io già co' campi Elisi Fortunato giardin de' Semidei, La vostr' ombra gentil non cangerei : Chè se ben dritto miro Questi beni mortali Altro non son che mali : Men' ha, chi più n' abbonda, (1) Speme, voce poetica per speranza. (2) I' per io. E E posseduto è più che non possiede : Ricchezze no, ma lacci Dell' altrui libertate. Che val ne' più verdi anni Titolo di bellezza, O fama d' onestate, E'n mortal sangue nobiltà celeste; E là felici piaggie; Fecondi paschi, e più fecondo armento, Se in tanti beni il cor non è contento? Cui cinge appena il fianco Povera sì, ma schietta E candida gonnella : Ricca sol di se stessa, E delle grazie di natura adorña ; Che in dolce povertade, Nè povertà conosce, nè i disagi Delle ricchezze sente; Ma tutto quel possede, Per cui desio d' aver non la tormenta; Nuda sì, ma contenta. Co' doni di natura, I doni di natura anco nudrica: Col latte il latte avviva, E col dolce dell' api D Condisce il mel delle natie dolcezze : Quel solo anco la bagna, e la consiglia: Paga lei, pago il mondo. Per lei di nembi il Ciel s'oscura indarno, E di grandine s' arma, Che la sua povertà nulla paventa : Nuda sì, ma contenta. Sola una dolce, e d'ogni affanno sgombra Pasce le verdi erbette La greggia a lei commessa, ed ella pasce O gli uomini, o le stelle ; D'un favorito lor mirteto (2) adorno, O vera vita, che non sa che sia Potess' io pur (1) cangiar teco mia sorte! GIOVANBATTISTA GUARINI. FILLE. Il primo albor non appariva ancora, EUSTACHIO MANFREDI. (1) Pur per pure, particella riempitiva che aggiunge und certa forza alla frase. (2) Sui per suoi. |