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Ciò che a' più bassi è dato. In mezzo al bosco
Quel villanel mendico, a cui circonda.
Ruvida lana il rozzo fianco, a cui
È mal fido riparo

Dall' ingiurie del ciel tugurio informe,
Placido i sonni dorme,

Passa tranquillo i dì: molto non brama ;
Sa chi l'odia, e chi l' ama; unito, o solo
Torna sicuro alla foresta, al monte,

E vede il core a ciascheduno in fronte.
Noi fra tante grandezze

Sempre incerti viviam; chè in faccia a noi
La speranza, o il timore

Sulla fronte d'ognun trasforma il core.
Chi dall' infido amico

Questo temer doveva? Eccolo. Oh Dei! Già mi parla a suo prò l'affetto antico: Ma no; trovi il suo Prence, e non l'amico (1). Sesto. (Numi! È questo, ch' io miro (2)

Di Tito il volto? Ah la dolcezza usata
Più non ritrovo in lui! Come divenne
Terribile per me!)

Titc. (Stelle! Ed è questo

Il sembiante di Sesto? Il suo delitto
Come lo trasformò! Porta sul volto
La vergogna, il rimorso, e lo spavento.)
Avvicinati (3).

(1) Tito si compone in atto di maestà,

(2) Guardando Tito.
(3) A Sesto con maestà,

Sesto. (Oh voce

Che mi piomba sul cor!)

Tito. Non odi?

Sesto. (Oh Dio! (1)

Mi trema il piè; sento bagnarmi il volto
Da gelido sudore.

*

L'angoscia del morir non è maggiore. )
Tito. Ah Sesto, è dunque vero? (2)
Dunque vuoi la mia morte ? E in che t'offese
Il tuo Prence, il tuo padre,

Il tuo benefattor? Se Tito Augusto
Hai potuto obblíar, di Tito amico
Come non ti sovvenne? Il premio è questo
Della tenera cura,

Ch' ebbi sempre di te? Di chi fidarmi
In avvenir potrò, se giunse, oh Dei !
Anche Sesto a tradirmi? E lo potesti?
E il cor te lo sofferse?

Sesto. Ah Tito! ah mio (3)

Clementissimo Prence!

Non più, non più. Se tu veder potessi
Questo misero cor; spergiuro, ingrato,
Pur ti farei pietà. Tutte ho su gli occhi
Tutte le colpe mie; tutti rammento
I benefizj tuoi. Soffrir non posso
Nè l'idea di me stesso,

(1) S'avanza due passi, e si ferma.

(2) Tito deponel'aria maestosa. (3) Si getta a' piedi di Tito.

Nè la presenza tua. Quel sacro volto,
La voce tua, la tua clemenza istessa
Diventò mio supplizio. Affretta almeno,
Affretta il mio morir. Toglimi presto
Questa vita infedel; lascia ch' io versi,
Se pietoso esser vuoi,

Questo perfido sangue a' piedi tuoi. Tito. Sorgi, infelice. (Il contenersi è pena A quel tenero pianto.) Or vedi a quale Lagrimevole stato

Un delitto riduce, una sfrenata

Avidità d'impero ! E che sperasti

Di trovar mai nel trono ? Il sommo forse
D'ogni contento? Ah sconsigliato! Osserva
Quai frutti io ne raccolgo;

E bramalo, se puoi.

Sesto. No, questa brama

Non fu che mi sedusse.

Tito. Dunque che fu ?

Sesto. La debolezza mia;

La mia fatalità.

Tito. Più chiaro almeno

Spiegati.

Sesto. Oh Dio! Non posso.

Tito. Odimi, o Sesto.

Siam soli: il tuo Sovrano

Non è presente. Apri il tuo core a Tito,

Confidati all' amico io ti prome tto

Che Augusto nol saprà. Del tuo delitto
Dì la prima cagion. Cerchiamo insieme
Una via di scusarti. Io ne sarei
Forse di te più lieto.

Sesto. Ah! la mia colpa

Non ha difesa.

Tito. In contraccambio almeno

D'amicizia lo chiedo. lo non celai
Alla tua fede i più gelosi arcani;
Merito ben che Sesto

Mi fidi un suo segreto.

Sesto. (Ecco una nuova

Specie di pena! O dispiacere a Tito,
O Vitellia accusar. )

Tito. Dubiti ancora ?

Ma Sesto mi ferisci

Nel più vivo del cor. Vedi che troppo
Tu l'amicizia oltraggi

Con questo diffilar. Pensaci, appaga
Il mio giusto de ío.

Sesto. (Ma qual astro splendeva al nascer mio!)
Tito. E taci? E non rispondi Ah già che puoi

Tanto abusar di mia pietà

Sesto. Signore

...

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Sappi dunque... (Che fo?)

Tito. Segui.

Sesto. (Ma quando

Finirò di penar?)

Tito. Parla una volta;

Che mi volevi dir?

Sesto. Ch' io son l'oggetto

Dell' ira degli Dei; che la mia sorte Non ho più forza a tollerar; ch' io stesso Traditor mi confesso, empio mi chiamo ; Ch' io merito la morte, e ch' io la bramo, Tito. Sconoscente! E l' avrai. Custodi, il reo Toglietemi dinanzi.

Sesto. Il bacio estremo

Su quella invitta man...

Tito. Parti.

Sesto. Fia questo

L'ultimo don. Per questo solo istante

Ricordati, Signor, l'amor primiero.

Tito. Parti; non è più tempo.

Sesto. È vero, è vero.

Vo disperato a morte ;
Nè perdo già costanza
A vista del morir.

Funesta la mia sorte

La sola rimembranza

Ch' io ti potei tradir.

Tito solo.

E dove mai s' intese

Più contumace infedeltà? Poteva

Il più tenero padre un figlio reo
Trattar con più dolcezza? Anche innocente

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