Giovinetto di 16 anni indotto dal padre Amilcare a giurare d'essere sempre nemico de' Romani.
Del primo pelo (1), appena ombrato (2) il mento Avea l'ardente Giovane Africano, Quando sul sacro altar posta la mano Profferiva l'orribil giuramento: E cento Deità chiamava, e cento Sull' alto scempio del valor Romano. Sebben li giusti Dei lasciaro (3) in vano L'atroce voto, e dierlo (4) in preda al vento. Ma se veduto avesse il torvo, e crudo
Volto, ed udito il parlar duro, e franco Di lui, che ancor non appendea lo scudo Al braccio, e il fatal brando (5) al lato manco, Roma temuto avría (6), come se ignudo Già vedesse il gran ferro aprirle il fianco.
CARLO INNOCENZO FRUGONI.
(1) Pelo, lanugine.
(2) Ombrato, coperto. (3) Lasciaro per lasciarono.
(4) Dierlo per lo diedero. (5) Brando, spada. (6) Avría per avrebbe.
Ferocemente la visiera bruna
Alzò sull' Alpi l'African Guerriero, Cui (1) la vittrice militar fortuna. Ridea superba nel sembiante altero. Rimirò Italia; e qual (2), chi in petto aduna Il giurato sull' ara odio primiero, Maligno rise, non credendo alcuna Parte secura del nemico Impero: Quindi col forte immaginar rivolto Alle future memorande imprese, Tacito, e in suo pensier tutto raccolto, Seguendo il Genio, che per man lo prese, Con l'ire ultrici, e le minaccie in volto Terror d'Ausonia, e del Tarpeo discese.
L'ozio Campano in lusinghiero aspetto Stretta per man la Negligenza amica, Perchè dal crin (1), perchè dal duro petto, Fiero African, ti snoda elmo, e lorica? Torva fremendo ah! vedi, onta, e dispetto Mostrarne a te la militar fatica.
Tutto ah! tu perdi a vincer tutto eletto Nella dimora tua fatal Nemica. Tradita invoca in Ciel l'alta promessa I mal giurati Dei: Fabio sul monte Pensa al riparo della patria oppressa. Mira deh mira l' ali avverse, e pronte Torcer offesa la Vittoria anch' essa, I lauri suoi togliendoti di fronte.
VINTO DAI PIACERI DI CAPUA.
Quei (1) che di Libia dai confin poteo (2), Portar oltre l'Ibero armi, e paura,
E Spagna, e Gallia vinse, e poi Natura, Quando per l' Alpi il gran tragitto feo (3): Quei, che Ticino, e Trebbia, e Canne empiéo (4) Di Latin sangue, e per le rotte mura Salir dovea, seguendo sua ventura, Alla terribil cena in sul Tarpeo :
Quegli (5) fu vinto; e nol (6) vincesti, o Roma, Col braccio, che già trasse ai sette colli I Re superbi della Terra doma (7); Ma il dolce aer Campano, e gli ebri, e folli Dì, che passò della guerriera soma Scarco (8) il domaro (9), ei vili affetti, e molli.
(1) Quei per quello. (2) Poteo per potè. (3) Feo per fece. (4) Empiéo per empi. 15) Quegli per quello.
(6) Nol per non lo. (7) Doma, domata, (8) Scarco, voce poetica per scaricato.
(9) Il domaro per lo domarono.
ANNIBALE SUGGE IL VELENO.
Quando la gemma al dito Annibal tolse, Che di sua morte a lui serbò l'onore, Tutte sul volto le virtù del core, E le giurate a Roma ire raccolse: E Trebbia, e Canne in suo pensier rivolse, Lunga al Tarpeo memoria aspra d'orrore, Nè degli Dei, qual (1) chi contento more, 'Nè de' cangiati suoi destin si dolse : E fermo, e fiso nella grande immago (2), Che di lui viva l' età tutte avranno,
D'un generoso pallor tinto
Il Tebro omai togliam, disse, d' affanno ; Finchè Annibal vivea, tutta non anco Era ben vinta la fatal Cartago (3).
(3) Cartago, voce poetica per
(2) Immago, voce poetica per Cartagine. immagine.
« 上一頁繼續 » |