Serse. Perchè? Temist. Dell' armi Perse Io depongo l'impero al piè di Serse. Serse. Come! Temist. E vuoi ch' io divenga Il distruttor delle paterne mura? No, tanto non potrà la mia sventura. Serse. Non è più Atene, è questa reggia La patria tua: quella t' insidia, e questa T'accoglie, ti difende, e ti sostiene. Temist. Mi difenda chi vuol, nacqui in Atene. È istinto di natura L'amor del patrio nido. Amano anch'esse Le spelonche natíe le fiere istesse. Ser. (Ah d'ira avvampo.) Ah dunque Atene ancora Ti sta nel cor! ma che tanto ami in lei ? Temist. Tutto, Signor; le ceneri degli avi, Le sacre leggi, i tutelari Numi, La favella, i costumi, Il sudor che mi costa, Lo splendor che ne trassi, L'aria, i tronchi, il terren, Serse. Ingrato! E in faccia mia Vanti con tanto fasto Un amor che m' oltraggia? Temist. Io son..... Serse. Tu sei le mura, i sassi. Dunque ancor mio nemico. In van tentai Co' benefizj miei..... Temist. Questi mi stanno E a caratteri eterni, Tutti impressi nel cor. Serse m' additi Altri nemici sui, (1) Ecco il mio sangue, il verserò per lui. Se pretendi obbligar gli sdegni miei, Serse. Non più; pensa, e risolvi. Esser non lice Scegli qual vuoi. Temist. Sai la mia scelta. Serse. Avverti; Del tuo destin decide Questo momento. Temist. Il so pur troppo. Serse. Irriti Chi può farti infelice. Temist. Ma non ribelle. Serse. Il viver tuo mi devi. Temist. Non l' onor mio. Serse. T' odia la Grecia. Temist. Io l' amo. ottiene Serse. (Che insulto, oh Dei!) questa mercede Dunque Serse da te? Temist. Nacqui in Atene. (1) Sui per suoi. Serse. (Più frenarmi non posso.) Ah quell'ingrato Toglietemi d' innanzi, Serbatelo al castigo. E pur vedremo Forse tremar questo coraggio invitto. Temistocle solo, indi Neocle, ed Aspasia, suoi figli. Sia luminoso il fine Del viver mio: qual moribonda face, Dal timor d'aspettarlo, Che è mal peggiore. È della vita indegno Che ignoto a se, morì nascendo, e porta Chi può senza rossore Rammentar come visse allor che muore. Neo. Oh caro Padre ! Asp. Oh amato Tem. Tacete, E ascoltatemi entrambi. È noto a voi A qual esatta ubbidienza impegni Neo. È sacro nodo. Asp. È inviolabil legge. Tem. E ben; v' impongo Celar quanto io dirò, finchè l' impresa Neo. Pronto Neocle il Asp. Aspasia il giura.` promette. Tem. Dunque sedete, e di coraggio estreme Date prova Neo. (Io gelo.) in udirmi. Asp. (Io tremo. ) Tem. L'ultima volta è questa Figli miei, ch' io vi parlo. In fin ad ora Il frutto perderei: morir conviene. Ah Neo. Ah che pensi ! Tem. È Serse il mio Benefattor; Patria la Grecia. A quello A questa fedeltà. Si oppone all' uno O ribelle divengo, o sono ingrato. Neo. (Eterni Numi!) Asp. (Oh me dolente!) Tem. Ah figli, Qual debolezza è questa! A me celate Asp. Ah, se tu mori, Noi che farem ? Neo. Chi resta a noi? Tem. Vi resta Della virtù l'amore, L'assistenza del Ciel, l' esempio mio. Asp. Ah padre... Tem. Udite. Abbandonarvi io deggio Soli in mezzo a' nemici, P |