Che ne loda i costumi,. Che lo solleva ad abitar co' Numi. Chiaro il saper, l'alma incorrotta e pura; Tanto l'ozio ha d' impero, e i figli suoi ? Dar lode al merto, e a meritar la lode Gli applausi ad ottener, di quai (2) sudori La gioventude Achea? (1) Merto per merito. (2) Quai per quali, Nel domator del Gange Quai di gloria eccitò vive scintille La chiara tromba, ond' è famoso Achille ? A chi giunge in Parnaso; e se talumo Dell' artefice è fallo, e non dell' arte. L'arte è salubre a segno, Che torta in uso indegno, Pur talvolta anche giova; il biasmo (1) ingiusto L'altrui virtù più vigorosa rende; La falsa lode a meritarla accende. Prode talvolta, e forte METASTASIO (4) Biasmo per biasimo. (2) Faría per farebbe. PARTENZA. Scioglie Eurilla dal lido. Io corro, e stolto E l'altra dice: Anzi serena il volto, Fece tacere il vento, e rider l'onde. Viene un' altra, e m' afferma : or la viď io Empier di gelosia le ninfe algose, Mentre sul mare i suoi begli occhi aprío (2). Dico a questa e per me nulla t'impose? Disse almen la crudel di dirmi addio? Passò l'onda villana, e non rispose. CARLO MARIA MAGGI. Tornami a mente quella trista, e nera (1) Pino per nave. (2) Aprio per aprì. Oh quante volte addio, dicemmo, addio; Partii chè cieca sorte, e destin cieco : Volle così, ma come ahi mi (2) partissi Dir non saprei: so che non son più seco. GIOVANNI BATTISTA ZAPPI. Ecco quel fiero instante; Io vivrò sempre in pene, Soffri che in traccia almeno (1) Tornaro per tornarono. (2) Mi, particella riempitive. Sempre Sempre nel tuo cammino, Ti sovverrai di me ! Io fra remote sponde Te andrò chiamando ognora: E tu chi sa se mai Ti sovverrai di me ! Io rivedrò sovente Le amene spiaggie, o Nice, A me saran tormento Cento memorie e cento: E tu chi sa se mai Ecco, dirò, quel fonte, Dove avvampò di sdegno, (1) Diè per diede, K |