網頁圖片
PDF
ePub 版

Nota a nessuno è sua dolente istoria :

Ed Ippótade il saggio

Lor risposta ne arreca:

Che non s'era un sol fiato
Dall'Eolia caverna stranïato;
E, sotto il ciel sereno,

La linda chiom-azzurra Panopèa
Sovra l'onda spianata

S'era, con sue sirocchie, diportata.
Ahi, Licida infelice!

I

La perfida e fatale navicella
Sotto auguri profani

Nell' ecclisse più buja fabbricata,
E tutto intorno armata

Di mormorati maladetti incanti,
(Ahi perfida ed infesta!)
Affondò si la tua sacrata testa.

A' passi tardi intanto

66:

Sen venne Camo il vecchio, come sire, Irsuto il manto, ed il cappel di giunchi Di cifre strane e note scure impressi,

Il poeta vuol dire che il naufragio non fu cagionato da una procellà, ma dalla condotta della nave, che era fragile, mal fabbricata e inatta ad una navigazione cosi pe- ricolosa tra gli scogli.

[ocr errors]

U si vedea sul lembo,

Quale al purpureo grembo
Da pennel di dolore

Inscritto appar lo bel sanguigno fiore:
E dunque, quale indegno

وو

M'ha tolto (ei grida) il mio più caro pegno?',

alfin da Gatika (a)

Ultimo giunse, ed ultimo partio,
Qarei che afferrò dire chiavi (6)
2 poderové 2. gravi

ne di metallo egual, ne di lavoro,
O che chinda, a disserri, è il ferro, e l'oro.
Fizio crolla la qua mitrata chioma.
Qual celestial wrechiers

Della santa palude,

I s' interer da lui parole coude: "anzi che perder te, giovin pastore, Quanti di pusa de quili

the sol con ventre ingordo, D'ingegno Torro e

70220

lords,

Osano arrampicar nel chiuso ovile!

(a) Jutto questo passaggio è scrists nel gusto e nello stile di Dante, donde Milton prese molte delle me idee. (6) J. Pistos.

In gli occhi lor mai non Campeggia il ciel; ma, al banchettar delle tosate lave, Fanno ai più degni convitati oltraggio: senza lume! oh bocche, oh gole immonde ! Ne prendono il vincastro, nè pur sanns La millesima parte delle cure"`"

(Oh se

The sente in biom pastor, saggio e fedele. Oh vane mie querele!

a lov che tocca & _ "gente sorda e bassa! Ne lov sciocchi diparti oriosi stanno, Su zampogne di strame aspro-stridenti Tintin sonando con lot folle nota. Alrano in su le smorte recorelle Fameher gli squarding.

E a passi pigoi e tardi

Evran posciute si,

ma

sot di vento;

I marce dentro, e infette, ed ammorbate, Phargon peste mortale e maladėtion.

Alive di giorno in giorns adugna il Lupo (o Colla zampa sua ladra & non veduta; he di lor si regiona. Ma-sospesa. Ola wedo Tento l'ovido palco, e la bipenne - (6) Su la porta è l'acciars - aki! cade quiPronto è a fevis - e non ferir mai piùa ferir-en

[ocr errors]

È

I

Ritorna, Alféo, ' ritorna;

spenta già la formidabil voce,

Che in su la sacra foce

Il tuo fiume scemò, ne strinse il corso.
E tu, Sicula Musa,

Ritorna pur, e tu le valli invoca,
Ch'esse, al tuo molle invito,
Spargan da frondi e fiori

Mille più scelti odor, mille colori.
Oh voi, valli riposte, ermi ricetti
Di freschi zeffiretti

E di vaghi ruscelli mormoranti !

1 Prosiegue il Poeta il suo soggetto pastorale.

(4) Pal Lups qui milton allude all Inglese Arcivescovo di Canterbury, Euglielmo Lased.

(6) In questi versi il Poeta dis 2d anticipa la decollazion sudetto Arcivescovo.

Voi, nel cui fresco grembo

La roggia. stella, d'atre macchie tinta, Porta sguardo sinistro !

Quivi intorno spargete

Vostri occhiuti fioretti

Del più variato smalto rabbelliti",
Che su l'erbetta umile,
All' apparir d' Aprile,

Spuntan satolli di melati nembi :
Ah, qui intorno spargete

La primula, che nasce disïata,
Ma muore abbandonata,

La smorta mammoletta,

Col gelsomino la muschiata rosa,
E con testa pensosa

Il pieghevol verbasco, e 'l biancheggiante
Garòfano e 'l giacinto,

E ogni altro fiore ornato

Di note luttuose ricamato.
Deh dite all' amaranto

Che sue più belle spoglie tutte versi,
E all' asfodel, che in calice raccoglia
Sua cristallina doglia;

Su la bara di lauro incoronata
D'ogni più caro fiore

Spargete le reliquie del pastore.

Così, per ricrear l'afflitta mente,

« 上一頁繼續 »