capo ancora, poichè la sua mente non ne ha che un solo: I volsi i pensier tutti ad un segno, Che parlan sempre de' lor tristi danni E quantunque io miri Mille cose diverse attento e fiso, Solo una donna veggio e 'l suo bel viso. E allorquando vede o sente questa donna, vogliam noi credere che l'amor suo in odio si converta e la di lui concupiscenza in avversione? In tal caso ei dice: Sento far del mio cor dolce rapina, E di dentro cangiar pensieri e voglie. Io credo che le voglie ed i pensieri d'un amante debbano allora accendersi più che mai: e se Petrarca non sapea distrarre da Laura quel dispotico suo pensiero, tanto meno avrà potuto dimenticarla, quanto più gli era dato in sorte di sentirla e di vederla. Essendo cosi le cose, come si può mai conciliare ch'egli abbia messo per una donna Egualmente in non cale ogni pensiero? Questo modo di dire annunzia uno svanito o un mentecatto, piuttosto che un uomo acceso da fervida passione, il quale anche troppo è predominato da un pensiero, e colma non è certamente d'oblio l'anima sua, ossia la sua Nave che passa Per aspro sentier a mezza notte il verno In luogo di perdersi tra la nebbia di Lete, egli mette anzi A ciascun remo un pensier pronto e rio, Svegliato dallo stesso pericolo di naufragare, ei diventa un Argo vigilantissimo, che vede sotto qualunque aspetto il predominante suo pensiere, e può esaurire riguardo al medesimo tutti i sensi, di cui egli sia suscettivo. Ciò si verifica nel nostro Poeta, il quale volta in tutti i modi una sola idea e consacra al suo affetto migliaia e migliaia di Rime. Nella v Stanza della medesima Canzone non più si lagna della memoria, ma del tempo insufficiente alla feracità della medesima : Ma perchè il tempo è corto, La penna al buon voler non può gir presso; Vo trapassando; e sol d'alcune parlo, Che maraviglia fanno a chi le ascolta. Sorprenderà sicuramente come un delirante faccia minuzioso ragguaglio della sua follía, e, comunicandola a tutto il mondo, riscuota applauso e ammirazione. Quando certe idee preponderano sopra le altre, non più regge l'equilibrio che costituisce il buon senso: ed ecco il caso del Petrarca, il quale riconosce il predominio d'un pensiere e non sa emanciparsi: Pieno d'un vago pensier che mi disvia Da tutti gli altri, e fammi al mondo ir solo, Pur lei cercando che fuggir devria . Quel misantropo pensiere si contraddice e s'inganna, se lo fa andar solo e cerca compagnía, mentre più solo non sarà, se arriva a trovarla. E di fatto con tanto fuggir il mondo, ei la trova: E veggiola passar si dolce e ria Che l'alma trema per levarsi a volo. Ma finalmente Ad alta voce un pensier la chiama, ed ella, schiava a quel tiranno, si trattiene ancora in questa valle di delitti e di lagrime. Sapendo egli da qual lato l'alma zoppicava, cerca di perderla, imitando Satanasso, quando si finse amico del primo nostró Genitore; e in ambi casi riusci l'artifizio: Un amico pensier le mostra il vado, (Non d'acqua, che per gli occhi si risolve) Di gir tosto, ove spera esser contenta. (SON. 144) Ecco il fico, col quale fu condotto a perdizione il genere umano, e applica Petrarca al caso suo la stessa sciagura, condolendosene col cardinale Giovanni Colonna: Signor mio caro, ogni pensier mi tira .... Se Petrarca non è giunto al sommo bene, a cui carnalmente aspirava, tutta s'ascriva la colpa all'onesto sdegno e alla costante ripugnanza di Madonna, presso cui il Poeta depone le armi nell'atto stesso che tenta nuovo assalto': Onde il cor lasso riede, Col tormentoso fianco, A partir teco i lor pensier nascosti. (CANZ. 13) Come figura poetica si può tollerare che il cuor pensi; ma quai celati pensieri potrà mai aver il fianco da divider con Laura? Fingea Petrarca tutta l' ipocrisia al cospetto di lei; ma l'angue stava nascosto sotto l'erba e questo terminó col mordere il ciarlatano: Mentr'io portava i bei pensier celati, Channo la mente desiando morta. Coll'abbandonarsi tutto ai sensi egli in fatti avea smarrita la ragione, e a lui parea di non aver più anima: Anima, dove sei? Che ad or ad ora Di pensier in pensier, di male in peggio, Perseguendo ci vai: e del tuo seggio Non sai pur ritrovar la parte ancora? Nel trovare un persecutore credea d'aver perduta l'anima, e la cercava e volea vederla, ignorando nel suo disordine d'intelletto che trattavasi d'un puro spirito: Tu sei pur meco, e non puoi esser fuora, Ma dove sei ch'i non ti sento e veggio? Sentiva il Petrarca e vedea soltanto d'esser degradato dal suo essere o dall' umana dignità; e perciò grida anch'esso: "Alienatae sunt a me cogitationes meae: Da me son futti i miei pensier diversi. (CANZ. 3 ST. 6) O sognasse o vegliasse, era sempre Laura che occupava il suo pensiere: S'io dormo, o vado, o seggio, Altro giammai non chieggio... Tanto più bella il mio pensier l'adombra; Poi quando il vero sgombra Quell' error, pur là medesmo assido. Ma mentre tener fiso Posso al primo pensier la mente vaga, E mirar Lei, e obliar me stesso, Sento Amor sì da presso Che del suo proprio error l'alma s'appaga. (CANZ. 17) Un uomo che è fuor di sé per amore, non dovrebbe trovar certo gran difficoltà a pensare alla sua bella: anzi Petrarca non potea far altra cosa; e con empietà sfida Iddio a disporre altrimenti : Per mezzo i boschi inospiti e selvaggi Io vo cantando (o pensier miei non saggi!) Che 'l pensier mio figurq ovunque sguardo. Si tiranneggiato si trova in somma il nostro Vate da quel solo pensiere, ch' egli fa pietà a sé medesimo: |