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Mill' anni parmi, io non vo' dir che morto, Ma ch'io fia vivo; pur tardi, o per tempo Spero falir ov' or penfando volo.

Di voi fon certo; ond' io di tempo in tempo Men pregio il mondo, e più mi riconforto, Dovendomi partir da tanto duolo.

རྗེལ་

**********************

INDICE

DE' SONETTI

DEL PETRARCA.

A.

Ahi, bella libertà, come tu m'hai a Carte 108

Al cader d'una pianta che fi fvelse,
Alma felice, che fovente torni

Almo Sol, quella fronde ch' io fola amo,
Amor, che meco al buon tempo ti stavi
Amor, che 'ncende 'l cor d'ardente zelo,
Amor, che nel penfier mio vive, e regna,
Amor; che vedi ogni penfiero aperto,
Amor con la man deftra il lato manco
Amor con fue promeffe lufingando
Amor', ed io sì pien di maraviglia,
Amor, Fortuna, e la mia mente schiva
Amor fra l'erbe una leggiadra rete
Amor', io fallo; e veggio 'l mio fallire:
Amor m' ha pofto come fegno a ftrale,
Amor mi manda quel dolce pensiero
Amor mi fprona in un tempo, ed affrena,
Amor, Natura, e la bell' alma umíle
Amor piangeva, ed io con lui tal volta;
Anima bella, da quel nodo fciolta
Anima; che diverfe cofe tante
A piè de' colli ove la bella vesta
Apollo; s'ancor vive il bel defio

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193

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186

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Arbor vittoriofa, e trionfale,

Afpro core, e felvaggio, e cruda voglia
Aura, che quelle chiome bionde, e crespe
Avventurofo più d'altro terreno,

B.

Beato in fogno, e di languir contento,
Benedetto fial giorno, e 'l mefe, e l'anno,
Ben fapev' io che natural configlio,

C.

Cantai; or piango; e non men di dolcezza

Cercato ho fempre folitaria vita

254

259

226

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77

227

253

251

112

Che fai, alma? che penfi? avrem mai pace? 167

Cara la vita, e dopo lei mi pare

Cefare, poi che 'l traditor d' Egitto

Che fai? che penfi? che pur dietro guardi

Come 'l candido piè per l'erba fresca

Come talora al caldo tempo fole

Chi vuol veder quantunque può Natura,

271

243

177

160

Come va'l mondo! or mi diletta, e piace
Conobbi; quanto il ciel gli occhi m' aperfe,
Così potefs' io ben chiuder in versi

D.

Da' più begli occhi, e dal più chiaro vilo
Datemi pace, o duri miei penfieri:

Deh porgi mano all' affannato ingegno,

283

327

107

333

271.

349

Deh qual pietà, qual' Angel fu sì presto

329.

Del cibo onde I fignor mio fempre abbonda, 329.

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Di dì in dì vo cangiando il vifo, e 'l pelo:

131 198.

Difcolorato hai, Morte, il più bel volto
Dodici donne onestamente laffe,
Dolce mio, caro, e prezioso pegno;

Dolci durezze, e placide repulfe,
Dolci ire, dolci fdegni, e dolci paci,
Donna, che lieta col principio noftro
Due gran nemiche infieme erano aggiunte,
Due rofe fresche, e colte in paradifo
D'un bel, chiaro, polito, e vivo ghiaccio

E.

E' mi par d' or' in ora udire il meffo
E' quefto 'l nido in che la mia Fenice
Era 'l giorno ch' al Sol fi fcoloraro
Erano i capei d'oro all'aura sparsi,
F..

Far potels' io vendetta di colei
Fera ftella (fe'l cielo ha forza in noi,
Fiamma dal ciel fu le tue treccie piova,
Fontana di dolore, albergo d'ira,
Fresco, ombrofo, fiorito, e verde colle;
Fu forfe un tempo dolce cofa Amore;
Fuggendo la prigione ov' Amor m' ebbe

G.

Geri, quando talor meco s'adira

278

224

328

348

205

333

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2

103

249

183 156

157

239

33г

102

187

Già defiai con si giufta querela,

219

Già fiammeggiava l'amorofa ftella

40

Giunto Aleffandro alla famosa tomba

192

Giunto m'ha Amor fra belle, e crude braccia, 181

Gli Angeli eletti, e l' Anime beate

332

Gli occhi di ch' io parlai sì caldamente;
Gloriofa Colonna, in cui s'appoggia
Grazie ch' a pochi 'I ciel-largo deftina;

284

9

219

1.

I begli occhi ond' i' fui percoffo in guifa,
I di miei più leggier che neffun cervo,
I dolci colli ov' io lasciai me fteffo,
I' ho pien di fofpir queft' aer tutto,
I' ho pregato Amor', e nel riprego,
Il cantar novo, e 'l pianger degli augelli
Il figliuol di Latona avea già nove

Il mal mi preme, e mi fpaventa il peggio:
Il mio avverfario; in cui veder folete
Il fucceffor di Carlo; che la chioma

l' mi foglio accufare; ed or mi fcufo;
I' mi vivea di mia forte contento

In dubbio di mio ftato or piango, or canto:
In mezzo di duo amanti onesta altera
In nobil fangue vita umíle, e queta,
In qual parte del ciel', in quale idea
In quel bel vifo ch' i' fofpiro, e bramo,
In tale ftella duo begli occhi vidi
Io amai fempre, ed amo forte ancora,
Io avrò fempre in odio la finestra
Io canterei d'amor sì novamente,
Io mi rivolgo indietro a ciascun paffo
Io non fu d'amar voi laffato unquanco,
Io penfava affai deftro effer fu l'ale,
lo fentia dentr' al cor già venir meno
Io fon dell' afpettar' omai sì vinto,
Io fon già ftanco di penfar, ficcome
Io fon si ftanco forto 'l fascio antico
Io temo si de' begli occhi l'affalto,
I' pianfi; or canto; che 'l celefte lume
I' pur' afcolto; e non odo novella
Ite, caldi fofpiri, al freddo core:

91 303

212

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