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ARTE POETICA

RAGIONAMENTI CINQUE

Del Signor

FRANCESCO MARIA ZANOTTI

ALLA NOBIL DONNA

La Signora Marchefa

MARIA DOLFI

RATTA.

IN BOLOGNA

Nella Stamperia di Lelio dalla Volpe. 1768.
Con licenza de Superiori...

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J

FRANCESCO MARIA ZANOTTI

AL

CORTESE LETTORE.

AL Vendo io stefi, per comando di una Dama,

mia grande e fingolar Signora, quattro ragiona menti Sopra l'arte poetica, et effendo quefti venuti alle mani di molti, intef dopo non lungo Spazio, che alcuni penfavano di fargli imprimere; per la qual cofa, non volendo io contraddir loro più di quello, che mi conveniffe; e temendo d'altra parte il pericolo della stampa; mi volfi fubito a fcrivere un' altro ragionamento con intenzione, che, quando quelli foffero ufciti alla luce, doveffe egli comparir primo, e, andando innanzi a tutti, dare avvifò d' alquante cofè, che in quelli defideravanfi, e potean parer neceffarie; acciocchè i leggitori o non s'accorgeffero di quelle mancanze, o foffero più difpofti ad averle per efcufate. Pure o foffe per la fretta di emendare le cofe mie, o per la mia poca intelligenza, alcune cofe mi sfuggirono della mente, le quali benchè non fieno neceffarie alla materia del libro, avrei però voluto, che voi, Lettor cortefe, ne fofte avvisato. lo intendo dunque di farlo ora brevemente; acciocchè je io mancherò in molte cofe, in niuna però manchi volendo,

E già come fieno da me ftati fcritti i ragio namenti fopraddetti, e perchè, ve lo dirà il primo di loro, il quale e de gli altri, e di se Steffo vi informerà pienamente; et io voglio, che a lui crediate. Il che facendo intenderete fubito, onde fia provenuto, che io trascorra di tanto in tanto in varie, e forfe inutili, repetizioni. Imperocchè fcrivendo io ciafcun ragionamento da Je, Senza por mente a gli altri, m' è accaduto quello, che troppo facilmente accader potea, di ripetere in più d'uno le cofe davanti dette. Et io veramente, prefo dal timor della stampa, m'era difpofto di emendare un tal difetto. Poi venni meco fteffò confiderando, che, fe in ciafcun ragionamento fi foffer dette tutte le cofe che ad effo apparteneffero, avvegnachè dette prima ne gli altri, potrebbe ognuno leggere qual ragionamento più volesse fenza aver bifogno di ricorrere a gli altri; il che mi parve effere di un grandiffimo comodo. Io mi rimafi dunque di emendar quel difetto per non levare quella comodità; e più ancora perchè parvemi, che le cofe, che fi ripetevano, fi ripeteffero per lo più, dicendole in maniere diverfe, e confermandole con diverfe ragioni.

Mi venne anche all' animo di aggiungere al libro molte, e varie annotazioni; et avea già cominciato a pigliare quella fatica, ben conofcendo, che i più oggidi amano una tale ufanza, ne faprebbono eftimare un libro Senza annotazioni. Ne io condanno l'usanza; anzi, se le

anno

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annotazioni fon neceffarie al tefto, come talvolta Jono tanto più le lodo, quanto meno lodo il tefto, che non contenga tutto quello, che era neceffario, e che, fe l'autore avesse voluto, potea contenere; fe poi non fon neceffarie, tanto pick parmi, che fia da ringraziare chi le abbia fatte, avendo voluto, per piacere a' leggitori, affa ticarfi eziandio in cofa non necessaria . Io però credo, che, dove le annotazioni non faccian bisogno, fe voglion lodarfi quei, che le fanno, non fieno tuttavia da biafimarfi quelli, che le tralafciano. Parendomi dunque, che quelle annotazioni, che io avea cominciato di fare, e quelle, che dappoi avrei fatte, non foffero neceffarie, profeguir non volli una fatica, da cui poteva aftenermi fenza biafimo.

E certo fe ha luogo, ove poteffero le annotazioni defiderarfi, egli è là, dove a maggiore intelligenza delle regole io ho recato vari efempi, Secondo che mi correvano alla memoria; perci che alcuni defidereranno di fapere non folo, da quali autori io gli abbia prefi (di che io credo d'aver quafi fempre foddisfatto a i Lettori nei tefło), ma ancora da quali opere, e da qual' edizione, e da qual pagina, bramando di intendere, je fi efempi fi legguno da per tutto all' ifteffo modo, o fe variino; e, variando, perchè l' una lezione fi fia più tosto feguita, che l'altra. E i più vogliofi bramerunno anche fapere di quegli autori, che uomini foflero, e di cui nafceffero, e do we, e quando fiorifjero; le quali cofe, non foffrendole

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