La Divina commedia, 第 1 卷Presso Tommaso Masi e comp., 1807 |
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第 18 頁
... l turbo spira . 30 Et io , ch ' avea d'error la testa cinta , Dissi : Maestro , che è quel , ch'i ' odo ? E che gent'è , che par nel duol sì vinta ? I E quelli 2 aura 1 Et egli a me : Questo misero modo Tengon 18 DELL'INFERNO.
... l turbo spira . 30 Et io , ch ' avea d'error la testa cinta , Dissi : Maestro , che è quel , ch'i ' odo ? E che gent'è , che par nel duol sì vinta ? I E quelli 2 aura 1 Et egli a me : Questo misero modo Tengon 18 DELL'INFERNO.
第 21 頁
... avea di fiamme ruote . Ma quell'anime , ch'eran lasse e nude , 100 Cangiar colore , e dibattero i denti , Ratto che ' nteser le parole crude . Bestemmiavano Iddio , e i lor parenti , L'umana spezie , il luogo , il tempo , e ' l seme Di ...
... avea di fiamme ruote . Ma quell'anime , ch'eran lasse e nude , 100 Cangiar colore , e dibattero i denti , Ratto che ' nteser le parole crude . Bestemmiavano Iddio , e i lor parenti , L'umana spezie , il luogo , il tempo , e ' l seme Di ...
第 26 頁
... avea pianto , I ma che di sospiri , Che l'aura eterna facevan tremare : E ciò avvenia di duol senza martiri , Ch'avean le turbe , ch'eran molte , e grandi D'infanti , e di femmine , e di viri . Lo buon Maestro a me : Tu non dimandi Che ...
... avea pianto , I ma che di sospiri , Che l'aura eterna facevan tremare : E ciò avvenia di duol senza martiri , Ch'avean le turbe , ch'eran molte , e grandi D'infanti , e di femmine , e di viri . Lo buon Maestro a me : Tu non dimandi Che ...
第 42 頁
... avea membro , che tenesse fermo . E ' l duca mio , distese le sue spanne , Prese la terra , e con piene le pugna La gittò dentro alle bramose canne . Qual è quel cane , ch'abbaiando agugna , E si racqueta , poi che ' l pasto morde , Che ...
... avea membro , che tenesse fermo . E ' l duca mio , distese le sue spanne , Prese la terra , e con piene le pugna La gittò dentro alle bramose canne . Qual è quel cane , ch'abbaiando agugna , E si racqueta , poi che ' l pasto morde , Che ...
第 48 頁
... loro ontoso metro : Poi si volgea ciascun , quand ' era giunto , Per lo suo mezzo cerchio , all ' altra giostra . Et io , ch'avea lo cuor quasi compunto , 1 quando Dissi : Maestro mio , or mi dimostra Che gente 48 DELL'INFERNO.
... loro ontoso metro : Poi si volgea ciascun , quand ' era giunto , Per lo suo mezzo cerchio , all ' altra giostra . Et io , ch'avea lo cuor quasi compunto , 1 quando Dissi : Maestro mio , or mi dimostra Che gente 48 DELL'INFERNO.
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Acheronte alcun Allor altrui appresso ARGOMENTO assai avea Barbariccia bolgia Branca d'Oria buon cammino CANTO CANTO DECIMO CANTO OTTAVO CANTO SESTO CANTO SETTIMO Cerbero cerchio cerchio dell'Inferno ch'a ch'al ch'altri ch'è ch'ei ch'era ch'ha ch'io ciascun Ciel colui Com'io convien costui cotal d'ogni DANTE T. I. Dicendo dietro dimanda dimmi dinanzi disio dissi dolce dolor Draghignazzo dritto duca duol erano faccia fece fiera Flegetonte Flegiás fuggir fummo gente Gerion girone gran gridò guarda Iacopo Rusticucci Inferno innanzi l'aer l'ale l'altro l'anima l'occhio l'un laggiù lagrime luogo Maestro Malacoda mondo monte morte nvidia occhi omai parea parlar parole passi peccatori Perch'io petto Piangendo pianto piè poco Poeta Poscia pria quei Quivi ripa Rispose Rubicante s'io sanza se'tu sovra spirto suso Tebe terra tosto trista veder vedi vedrai veggio venir vidi Virgilio viso volse volto ΙΟ
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第 38 頁 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca me baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse! Quel giorno più non vi leggemmo avante.
第 240 頁 - Da questa parte cadde giù dal cielo: E la terra che pria di qua si sporse, Per paura di lui fe...
第 52 頁 - Ed io, che di mirar mi stava inteso, Vidi genti fangose in quel pantano, Ignude tutte, e con sembiante offeso. Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, e col petto, e co' piedi, Troncandosi co
第 304 頁 - A' miei portai l'amor che qui raffina. O, dissi lui, per li vostri paesi «*» Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch'ei non sien palesi ? La fama che la vostra casa onora, •*« Grida i signori, e grida la contrada, Sì che ne sa chi non vi fu ancora. Ed io vi giuro, s'io di sopra vada, •*> Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada.
第 147 頁 - Io vidi già cavalier muover campo, E cominciare stormo, e far lor mostra, E talvolta partir per loro scampo : Corridor vidi per la terra vostra, O Aretini ; e vidi gir gualdane, Ferir...
第 75 頁 - Tal , ch' ogni vista ne sarebbe schiva. Qual è quella ruina, che nel fianco Di qua da Trento l' Adice percosse, O per tremuoto o per sostegno manco; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano è sì la roccia discoscesa, Ch'alcuna via darebbe a chi su fosse, Cotal di quel burrato era la scesa. E in su la punta della rotta lacca L...
第 286 頁 - Venimmo a lei: O anima Lombarda, Come ti stavi altera e disdegnosa, E nel muover degli occhi onesta e tarda! Ella non ci diceva alcuna cosa; Ma lasciavane gir, solo guardando A guisa di leon, quando si posa.
第 34 頁 - Io venni in luogo d' ogni luce muto, Che mugghia come fa mar per tempesta, Se da contrari venti è combattuto. La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina ; Voltando e percotendo gli molesta. Quando giungon davanti alla ruina, Quivi le strida, il compianto e '1 lamento ; Bestemmian quivi la Virtù divina. Intesi eh' a così fatto tormento Eran dannati i peccator carnali, Che la ragion sommettono al talento. E come gli stornei ne portan l...
第 231 頁 - M' avea mostrato per lo suo forame Più lune già, quand' io feci il mal sonno, Che del futuro mi squarciò il velame. Questi pareva a me maestro e donno, Cacciando il lupo ei lupicini al monte, Per che i Pisan veder Lucca non ponno. Con cagne magre, studiose e conte, Gualandi con Sismondi, e con Lanfranchi S' avea messi dinanzi dalla fronte.
第 10 頁 - 1 concede? Io non Enea , io non Paolo sono ; Me degno a ciò né io, né altri crede. Perché se del venire io m'abbandono, Temo che la venuta non sia folle. Se' savio, e "ntendi me