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Chè chi prende diletto di far frode

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Non si de' lamentar, s' altri lo 'nganna.
Vedi ' famoso, con sua tanta lode,
Preso menar tra due sorelle morte:
L'una di lui, ed ei de l'altra gode.
Colui ch'è seco, è quel possente e forte

Ercole, ch' Amor prese; e l' altro è Achille, Ch' ebbe in suo amar assai dogliose sorte. Quello è Demoföon, e quella è Fille:

Quello è Giasone, e quell' altra è Medea,
Ch' Amor e lui segulo per tante ville,

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109. D'un. Ippolito figlio di Teseo, tentato | invano nella sua onestà da Fedra sua matrigna, fu poi da questa per vendetta accusato di seduzione presso il rispettivo padre e marito; per il che il giovane fu da Nettuno, per preghiera di Teseo, fatto morire. 110. Furor. Amore irragionevole; così nel son. CCXCV: Quella ch' al mondo si famosa e chiara Fe la sua gran vertude e'l furor mio. 112. Quella intenzion di non consen. tire, ecc. 113. Si l'amor, ecc. Costr.: Si Fedra, amante, ecc. torse in odio il suo amore. 114. Maligna. Sia perche l'amore da lei portato ad Ippolito era incestuoso e quindi non buono, sia perchè indusse Teseo a far morire il giovine. - 115: Ne morio. Mori per tal ragione, giacché, tormentata dai rimorsi e dall'amore, si strangolò. Vendetta. Intendi: e ciò fu forse una vendetta della sorte di Ippolito, ecc. 117. Ch'. Può indendersi come avverbio: perchè, spiegandosi tutto il verso in relazione alla suesposta storia di Fedra. Però, contrariamente a quanto altra volta (Recens. all'Appel.) credetti, parmi ora debbasi anche meglio intendere come pronome e riferire ad Arianna. Difatti, se la più comune leggenda accolta anche da Catullo, narra che Arianna, abbandonata da Teseo nell'isola di Nasso, vi fu trovata da Bacco che la sposò, un'altra leggenda dice invece che ivi Arianna trovò la morte. E che il p. si attenga piuttosto a questa seconda è

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provato dal v. 122: dove dice fra due sorelle morte. In tal caso corse a morte vuol dire : navigando verso Nasso, andò verso la propria morte. 118. Tal. Qualcuno. Biasma altrui, ecc. Questa considerazione d'indole generale si ri ferisce tanto a ciò che precede quanto a ciò che segue, essendo tratta dall'esempio di Teseo che ingannò Arianna e fu poi ingannato a sua volta da Fedra. -121. 'I famoso. Teseo; ed è detto, con ciò che segue, ironicamente, per far Osservare come Teseo, pur tanto famoso, soggiacque ad Amore. Con sua tanta lode. Può intendersi in due modi: nonostante le sue grandi lodi, ovvero, in senso sarcastico, con tanto suo diso nore. 122. Preso. Prigioniero. - Menar. Regge come oggetto: 'l famoso e dipende a sua volta da vedi. Fra due sorelle morte. Fra Arianna e Fedra ambedue morte d'amore. 123. L'una di lui, ecc. L'una, cioè Arianna, e invaghita, è spasimata di lui, ed esso dell'altra, cioè di Fedra (Leop.) 125. Ch'. Cui. Prese. Fece prigioniero; c me preso più sopra. — 126. Ch'ebbe in suo amar, ecc. Fu separato per forza da Briseide, poi fu ucciso da Paride mentre era in procinto di sposar Polissena figliola di Priamo. Dante: Achille, Che con amore al fine combatteo (Inf. V, 65). 129. Ch'Amor e lui seguio, ecc. Medea segui Giasone per amore (e quindi il p. facendo un'endiadi dice: amore e lui) dalla Colchide fino nella patria di lui.

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130. E quanto al padre, ecc. È nota la | favola di Medea, che, per facilitare a Giasone la conquista del vello d'oro e per impedire al padre di raggiunger il rapitore, uccise il fratello Absirto e ne disperse le membra lungo la via. 131. Tanto al suo amante, ecc. Quanto più essa si mostrò feroce col padre e col fratello, tanto più apparve pazza e crudele (turbata e fella) a Giasone, il quale infatti, sdegnato della sua crudeltà, fini per abbandonarla. 131. Del barbarico amor. Dell'amore di Teseo per una straniera, cioè per Medea. I suo l'ha tolto. Le ha tolto il proprio amore, cioè l'amore che Tesco portava a lei. 135. Colei ch'ha il titol, ecc. Elena detta la bella per antonomasia. 136 II pastor. Paride. Male il suo bel volto, ecc. In mal punto, per sventura sua e della sua patria, mirò così fissamente il bel volto di lei, cioè se ne innamorò: Mal per noi quella belta si vide (son. CCLXXIII).

137. Ond'.

Dal che. Uscir gran tempeste. Ne vennero grandi guai, cioè la guerra troiana. 139. Odi poi lamentar, ecc. Costr.: Odi poi Enone lamentar[si] di Paride, ecc. Fra l'altre Sottint.: anime. 114. L'avara moglier d'A. Erifile, per il prezzo di un monile d'oro offertole da Polinice, rivelò il luogo dove suo marito Anfiarao s'era na

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scosto per non andar alla guerra di Tebe. 14. Odi 'l pianto, ecc. Cosi Dante: Quivi sospiri,pianti ed alti guai (Inf. III, 22). 146 Delle misere accese. Sottint.: anime. Accese vale fortemente innamorate: quelle voglie giovanili accese (son. CLXXXIX). Li spirti Rendero a lui, ecc. Non vuol dire : morirono per Amore, come intende il Leop, giacche non tutti qui tal pena soffrirono, ne potean morire gli dei che si nominano subito dopo: vuol dire invece: diedero l'anima loro in balia d'Amore. Rendere li spirti vale dunque come arrendersi ed è preso dall' imagine allegorica di battaglia, dalla quale derivano le altre idee di feriti, di prigionieri e di uccisi.

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147. Gli guida. Perché Amore conduce dietro a se il trionfo. 143. Non. porria mai, ecc. E Dante: Io non posso ritrar di tutti appieno ( Inf. IV, 145.) — 149 Che. L'App. legge che; ma può anche inten dersi, e più facilmente, come pronome, riferendolo a tutti. -150. Del bosco e d. o. m. Endiadi, giacchè il bosco è fatto dei mirti. Il mirto è la pianta simbolica d'amore e in una selva di mirti stanno le anime dell'inferno virgiliano morte per amore: Hic quos durus amor crudeli tabe peredit Secreti celant calles et murtea circum Silva tegit (Aen. VI, 412). 152. Cinto di ferro, ecc. Per la rete metallica entro cui fu preso da Vul

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Continua la rassegna degli antichi e quindi dei moderni amanti, finchè il p. si trova improvvisamente daccanto una giovinetta, che lo prende e lo fa suo senza contrasto. Esalta allora il p. la bellezza e la fierezza della sua donna e narra ad uno ad uno i propri travagli amorosi.

Era s pieno il cor di meraviglie

Ch' i stava come l' uom che non po dire,
E tace, e guarda pur ch' altri 'l consiglie,
Quando l'amico mio: « Che fai? che mire?

Che pensi disse; non sai tu ben ch' io
Son de la turba? e' mi conven seguire. »
<< Frate, risposi, e fu sai l' esser mio,

E l'amor del saper, che m' ha si acceso,
Che l'opra è ritardata dal desio. »
Ed egli: I't' avea già, tacendo, inteso:

1. Il cor. La mente. 2. Dire. Parlare. 3. Pur. Soltanto. 4. L'amico mio. L'ombra che guida il p. 6. Son de la turba. Appartengo alla schiera dei seguaci d'Amore, e quindi devo seguire il suo trionfo, E. Si può leggere in due modi: o intendendo e congiunzione e mettendo l'interrogativo alla fine del verso, o come, seguendo l'App., abbiam letto noi. 7. E tu sai. Si ricollega come risposta al: non sai tu del v. 5, quasi sottindendosi io so il tuo essere é tu sai, ecc. L'esser mio e l'a, ecc. Queste parole, come si vede, ben s'attagliano a Convenevole che era stato il primo maestro del p. 8. Acceso. Infiammato di desiderio di sapere.. 9.

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L'opra. Il Leop. intende: «l'opra di guardare e di andar oltre »; ma che il p.e la sua guida camminassero dietro il trionfo non ci consta, anzi ci consta che essi erano seduti: E cosi n'assidemmo in loco aprico. Essi vedono sfilare il trionfo dinanzi a sè; soltanto la guida sollecita il poeta a sbrigarsi perchè poi anch'essa deve rientrare nelle file dei seguacie camminare con essi. L'opra deve dunque intendersi quella soltanto di guardare. -10. Tacendo. Si unisce a ti e vale per il partic. pres. : quantunque tu tacessi. Inteso L'App. si chiede perche mai la domanda di poc'anzi, se poi 'interrogatore dichiara che conosceva già prima il desiderio del p. Ma qui

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Tu vuoli udir chi son quest' altri ancora:
I' tel dirò, se 'l dir non è conteso.
Vedi quel grande il quale ogni uomo onora:
Egli è Pompeo, ed ha Cornelia seco,
Che del vil Tolomeo si lagna e plora.
L'altro più di lontan: quel è 'l gran greco,
Ne vede Egisto e l' empia Clitemestra:
Or puoi veder Amor s' egli è ben cieco!
Altra fede, altro amor: vedi Ipermestra,

Vedi Piramo e Tisbe inseme a l'ombra,
Leandro in mare ed Ero a la fenestra.
Quel si pensoso è Ulisse, affabile ombra,
Che la casta mogliera aspetta e prega,
Ma Circe, amando, gliel ritene e 'ngombra.
L'altro è 'l figliuol d' Amilcare, e nol piega
In cotanti anni Italia tutta e Roma;
Vil feminella in Puglia il prende e lega.
Quella che 'l suo signor con breve coma
Va seguitando, in Ponto fu rëina:
Come in atto servil sè stessa doma!

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è facile vedere come anche in ciò il p e di a. a. - 20. A l'ombra. Narra la favola segua l'esempio di Dante; talora anche che Piramo e Tisbe si uccisero sotto di Beatrice, pur conoscendo appieno il un gelso, e che i frutti di questo dopo desiderio di questo lo obbliga ad espri- d'allora si mutarono di bianchi in neri; merlo. 12. Se 'l dir non è conteso. Da l'ombra dunque è quella della pianta. · chi poteva essergli conteso? Non si ca- 21. Alla finestra. Donde Ero attendeva che pisce bene se dalla volontà divina, o da Leandro passasse il mare per venirla Amore che lo costringesse a lasciare il a vedere. Qui non si capisce come Ero p. per seguir lui, o, forse meglio, dal possa stare alla finestra e Leandro nel futuro improvviso sopravvenire di L., mare, e Piramo e Tisbe all'ombra del che rende inutile, come vedremo egelso, se tutti procedono dietro al carro come già fu detto, ogni ulteriore spie- d'Amore trionfante; a meno che non gazione della guida. 13. Vedi quel si ammetta che il p. accenni a tali fatti grande, ecc. Si noti la identica confor- come a cose non presenti ma già avmazione del periodo nel c. IV (v. 86) venute, come dicesse: Vedi Piramo e dell'Inferno dantesco, quando si co- Tesbe che stettero insieme all'ombra, mincia la enumerazione delle nobili e Leandro che fu in mare ed Ero che ombre del Limbo: Mira colui... Che stava alla finestra. Cosi per altri devien... Quegli è Il quale ogni uomo gli esempi che seguono. 22. Penonora. E Dante: tutti onor gli fanno soso per gli inganni di cui era mae(Inf. IV, 133). 15. Vil Tolomeo. Il stro; affabile per la facondia. — 23. Che. traditore di Pompeo. 16. 1 gran Accusativo retto dal verbo aspetta e greco. Agamennone. 18. Or puoi veder per zeugma anche dal prega, giacche 'amor, ecc. Non è possibile ammettere, prega richiederebbe per cui.-24. Amancome il Ges., che si parli qui dell'amore do. Amandolo. 'ngombra. Impedisce di Clitemnestra per Egisto, intendendo nella via del ritorno; cosi: Nè altro che essa fosse cieca perché lo preferiva impedimento, ond io mi lagni, Quaad Agamennone, nè pure dell'amore di lunque più l'umana vista ingombra Agamennone per Cassandra, come sup. (son. XXXVIII). 25. 'l figliuol d`Amilpone l'Appel, perchè Cassandra non è care. Annibale. No 'l piega. Non rienominata nè accennata. Evidentemente sce a vincerlo, a domarlo. 27. Lega invece si parla dell'amore di Agamen- d'amore. 28. Con breve coma. Hysinone per la moglie, amore tanto cieco cratea quoque regina Mitridatem coche non gli permette di vedere lei ed niugem suum effusis caritatis habenis Egisto insieme, cioè il proprio tradi- amavit, ... tonsis capillis equo se et mento. La vicinanza delle parole ne armis adsuefecit, quo facilius labovede e cieco basta a rendercène certi. ribus et periculis eius interesset (V. Max. IV, 6. Ext. 2; cit. dall' App.).

19. Altra fede, a. a. Proposis. elittica, che si risolve: ecco un esempio di a. f.

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30. Se stessa doma. Vince ia propria

superbia.

L'altra è Porzia, che 'l ferro e 'l foco affina;

Quell' altra è Giulia, e duolsi del marito
Ch' a la seconda fiamma più s' inchina.
Volgi in qua gli occhi al gran padre schernito,
Che non si muta, e d'aver non gl' incresce
Sette e sette anni per Rachel servito:
Vivace amor, che negli affanni cresce!
Vedi 'l padre di questo, e vedi l' avo
Come di sua magion sol con Sara esce.
Poi guarda come Amor crudele e pravo
Vince Davit, e sforzalo a far l'opra
Onde poi pianga in loco oscuro e cavo.
Simile nebbia par ch' oscuri e copra

Del più saggio figliuol la chiara fama,
E' parta in tutto dal Signor di sopra.
De l'altro, che 'n un punto ama e disama,
Vedi Tamar ch' al suo frate Absalone
Disdegnosa e dolente si richiama.
Poco dinanzi a lei vedi Sampsone,

Vie più forte che saggio, che per ciance
In grembo a la nemica il capo pone.
Vedi qui ben fra quante spade e lance
Amor e 'l sonno ed una vedcvetta

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In loco o.

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31. Porzia. Moglie di M. | gere e compose i salmi. Bruto per amore del marito si feri e c. Veramente la Bibbia non parla prima con un rasoio, poi si uccise di caverne, dove siasi ritirato Dainghiottendo carboni ardenti. Che. vid; dice solo ingressus seorsum Accusativo retto da affina. Affina. iacuit super terram (Reg. II, 12, 16). Il singolare invece del plurale come 43. Nebbia d' amore, ed è detto revorrebbero i due soggetti, ed è costru- lativamente al fulgore della fama, zione comunissima nel nostro p. Vuol (chiara fama) che da questo difetto dire: rendono più perfetta; cosi Dante: come il sole da una nebbia, viene oPoi s'ascose nel fuoco che gli affina scurato. 44. Del più saggio figliuol. (Purg., XXVI, 148). 32. Giulia. Mo- Di Salomone. 45. E l'parta in tutto, ecc. glie di Pompeo.-33. A la seconda fiam Lo disgiunga da Dio; ciò a causa delle ma. Alla seconda moglie Cornelia. settecento mogli e delle trecento conPiù s'inchina. È più inchinevole, cioè cubine che egli teneva: igitur iratus più affezionato. 34. 11 gran padre est Dominus Salomoni, quod aversa schernito. Giacobbe è uno degli antichi esset mens eius a Domino Deo Israei padri del cristianesimo e fu deluso da (Reg. III, 11, 9). Dio è detto il Signor Labano che gli dette in moglie Lia in- di sopra per distinguerlo da Amore vece di Rachele. 35. Non si muta. È fatto signore e dio da gente vana costante di cuore. 37. Vivace. Contra- (Tr. I, S4). - 46. De l'altro. Di Ammone rio di caduco. 38. ' padre... l'avo. figlio anch'esso di Davide e fratello inIsacco ed Abramo. 39. Di sua magion cestuoso di Tamar. I vecchi testi legsol, ecc. Dixit autem Dominus ad gevano: Ve' l'altro e mettevano due Abram: Egredere de terra tua et de punti in fine al verso. In un panto cognatione tua ed de domo patris tui, ama e disama. Et exosam eam habuit et veni in terram quam monstrabo Ammon, odio magno nimis, ita ut matibi (Gen. XII, 1). Giustamente osserva ius esset odium, quo oderat eam,amore, però l'App. che Abramo non condusse quo ante dilexerat Reg. II, 13. 15, cit. seco soltanto Sara, ma anche Lot fi- dall'App.). 48. Si richiama. Si lagna, lium fratris sui, universamque sub- di querela. 50. Per ciance. Per cose stantiam et animas quas fecerant in vane, qual è l'amore: E le cose morHaran (ibid. 5). 41. A far l'opra, ecc. tali E queste dolci tue fallaci ciance L'adulterio con Betsabea e l'uccisione Librar con giusta lance (canz. CCCLIX, a tradimento di Uria suo marito. - v. 42). 51. In grembo a la nemica, ecc. 42. Pianga. David pentito si ritirò a pian- | Illa dormire fecit super genua sua et

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