Orlando Furioso, 第 5 卷

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Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani, 1814
 

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第 173 頁 - Caccia le mani ; ed alle belle gote , Indarno ripetendo il caro nome , Fa danno ed onta più che far lor puote : Straccia i capelli e sparge, e grida , come Donna talor , che '1 demon rio percote ; O come s' ode , che già a suon di corno Ménade corse , ed aggirassi intorno.
第 234 頁 - Ma il volgo, nel cui arbitrio son gli onori, che come pare a lui li leva e dona (né dal nome del volgo voglio fuori, eccetto l'uom prudente, trar persona; che né papi né re né imperatori non ne tra...
第 257 頁 - Si vede per gli essempii di che piene sono l'antiche e le moderne istorie, che '1 ben va dietro al male, e '1 male al bene, e fin son l'un de l'altro e biasmi e glorie; e che fidarsi a l'uom non si conviene in suo tesor, suo regno e sue vittorie, né disperarsi per Fortuna avversa, che sempre la sua ruota in giro versa4.
第 309 頁 - Quel gli dipinge il corso de' pianeti, Questi la terra, quello il ciel gli squadra: Questi meste elegie, quel versi lieti, Quel canta eroici, o qualche oda leggiadra. Musici ascolta, e varii suoni altrove; Né senza somma grazia un passo move.
第 66 頁 - Padre del ciel, da fra gli eletti tuoi spiriti luogo al martir tuo fedele, che giunto al fin de' tempestosi suoi viaggi, in porto ormai lega le vele. Ah Durindana, dunque esser tu puoi al tuo signore Orlando sì crudele, che la più grata compagnia e più fida ch'egli abbia al mondo, inanzi tu gli uccida?
第 176 頁 - Solo senza te son ; né cosa in terra Senza te posso aver più , che mi piaccia. Se teco era in tempesta e teco in guerra , Perché non anco in ozio ed in bonaccia? Ben grande é 'l mio fallir, poi che mi serra Di questo fango uscir per la tua traccia. Se negli affanni teco fui , perch' ora Non sono a parte del guadagno ancora?
第 112 頁 - Quasi Rinaldo di cercar suaso Quel che poi ritrovar non vorria forse Messa la mano innanzi, e preso il vaso, Fu presso di volere in prova porse : Poi, quanto fosse periglioso il caso A porvi i labbri, col pensier discorse. Ma lasciate, signor, ch' io mi ripose ; Poi dirò quel che 'l paladin rispose.
第 175 頁 - Levossi, al ritornar del paladino, maggiore il grido, e raddoppiossi il pianto. Orlando, fatto al corpo più vicino, senza parlar stette a mirarlo alquanto, pallido come colto al matutino è da sera il ligustro o il molle acanto; e dopo un gran sospir, tenendo fisse sempre le luci in lui, cosi gli disse...
第 319 頁 - Ruggier nel collo e ne le spalle prende: or lo tira, or lo spinge, or sopra il petto sollevato da terra lo sospende, quinci e quindi lo ruota, e lo tien stretto, e per farlo cader molto contende.
第 234 頁 - ... scettro, mitra né corona; ma la prudenzia, ma il giudizio buono, grazie che dal ciel date a pochi sono); 51 questo volgo (per dir quel ch' io vo' dire) ch'altro non riverisce che ricchezza, né vede cosa al mondo, che più ammire, e senza, nulla cura e nulla apprezza, sia quanto voglia la beltà, l'ardire, la possanza del corpo, la destrezza, la virtù, il senno, la bontà; e più in questo di ch'ora vi ragiono, che nel resto.

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