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Sembrando un novo paradiso il loco.

Conobbi allor, che'l saper nostro è un gioco; E che quel, che di Dio si tien per fede,

Certo è via più di quel che l'occhio vede.

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FRANCESCO DE LEMENE.

CANZONE.

La Creazione del Mondo.

Su i cardini lucenti

Pria che rotasse il cielo, e nel suo pondo

Fosse librato il mondo,

E il mare incatenato, e sciolti i venti;

Pria che da' proprj fonti

Con mormoranti balli

Movesse 'l fertil piè l'argenteo flutto;

Pria che fossero i monti,

Pria che fosser le valli,

Pria che fosser gli abissi, e fosse il tutto,

Nacque celeste Donna, e pur nascea

D'ogni bell' opra architettrice e Dea.

Sovra candido foglio

Sta di eccelso lavor l' idea dipinta,

Ed a grand' opre accinta

Dell' eterno voler s' accosta al soglio.

Di luce maestosa,

Che fa perpetuo giorno,

Era del gran Monarca il seggio ornato ;

Schiera allora ozíosa,

Stavano al piè d' intorno

Pietà, Giustizia, Omnipotenza, e Fato: Or qui spiegò la Dea quanto descrisse

A quel volere onnipotente, e disse.

"A me non sono ignote

Le gioje tue; sol di te stesso vago

So, che tu sei sì

pago

1

Che tua felicità crescer non pote;

Pur in te stesso ascondi

Tua gloria non intesa.

Apri, O immensa bontà, gli erarj tui,

Te stesso omai diffondi,

O sommo Ben, palesa

Che sei beato, e puoi beare altrui :

E in questa, ch' or ti mostro, opra stupenda

La tua gloria immortal sempre si renda.

Queste alate figure,

Che con ombre minute io qui t' addito,

Sia numero infinito

Di semplici sostanze, e menti pure;

Con applausi canori

Tua bontà, tuo potere,

Fia che'l musico stuolo ognora ammiri ;

Distinte in novi cori

Queste beate schiere

Ti formeranno intorno eterni giri:

Vo', che a' giri sì bei tu sieda dentro,

E lor l'immensità serva di centro.

Saran pronti messaggi,

O gran Voler, de' tuoi sovrani imperi, A i secondi i primieri

Tramanderan del lume infuso i raggi.

Di libertà natià

A i spirti sì veloci

Lascerem solo un peregrin momento:

E chi di lor travia,

Paghi in esigli atroci

Il temerario suo folle ardimento;
E sia per sempre in vindice martire

E soggetto, e ministro a tue grand' ire.

D'incorruttibil tempre

Segno qui sotto i cieli, e in moti varj

Vo' che fra lor contrarj

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