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34. 59.
36.
37. 39.
42. 40.

25.

56. 16 13. 5. 59

h

Umbra ad Petayium. Obfervatio dubia
Umbra tangit Ptolemæum.
Ptolemæus jam totus erat tectus.
Umbra tangit Copernicum.
Copernicus totus tegitur. Obfervatio
dubia ob ingentem umbræ tardita-

tem.

Umbra ad mare Fœcunditatis.
Umbra vix fenfibiliter augebatur.

Ad quantitatem obfcurationis determinandam ufus fum majore telefcopio, cujus lens objectiva focum habet Pedum Parifienfium 11. Pollicum 4. Diameter aperturæ eft pollicis 1. linearum 4. Focus lentis ocularis eft ferme pollicum 2. Ad id telescopium novum micrometrum aptabatur, de quo aliquid fignificavi in obfervatione tranfitus mercurii anno elapfo inftituta. Lunaris Diameter apparens particulas ejus micrometri capiebat 285. in iifdem particulis obfcuratio Lunaris erat, ut infra

5. 59 Particulæ micrometri obfcurationem metientes erant 1683

10. 4 Obfcuratio aucta tantillum videbatur. Obfcuratio capiebat particulas micrometri 170.

12. 12 Obfcuratio vix a priori differre videba

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18. 50 Obfcuratio jam diminuta fenfibiliter videbatur, atque partes circiter capiebat 169.

30. 10

Ricciolius incipit emergere.

31. 59 Ricciolius jam emerferat.

2

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Poft Eclipfin ab umbra telluris per horam dimidiam fatis fenfibiliter penumbra obfervabatur. Macularum Lunarium emerfiones certiores funt immerfionibus. Nam circa obfcurationem maximam, nebuła omni evanefcente fulgentiffimus Luna difcus ab umbra detectus micabat. Umbra lunarem difcum inficiens tam denfa erat, ut ne majoribus quidem telefcopiis ulla tectarum maculatum confpici poffet. Nullus color neque flavus, neque rubeus in parte obfcurata obfervari potuit, fed quicquid Lunæ ab umbra tegebatur, ita fefe vifui fubtrahebat, ut fi obfcuratio totalis fuiffet, Lunam fruftra in Caelo quæfiffemus. Id autem contigit quod Luna non multis gradibus

ad.

abeffet a perigæo. Illud demum moneo, me in obfervationibus omnibus tum circa macularum immetfiones, emerfionéfque, tum circa initiam, finemque Eclipfeos, tum circa maximæ obfcurationis quantitatem umbram denfiffimam Lunæ partes oculis omnino eripientem, refpexisse .

ARTICOLO

III.

Offervazioni Mifte dell'una e dell' altra maniera.

Sfervazioni contengonfi in una lettera fcritta dal Ch. P. D. Paolo Frifi Barnabita al Sig. Dottor Lami. Però dalle Novelle Fiorentine ove fu ftampata la prima volta (Col. 299.) qui la riporteremo acciocchè più comune divenga.

Tutti gli ancor più piccoli, e minuti fenomeni che fono nuovi tutti fono curiofi e intereffanti. Ecco il motivo, per cui le voglio comunicare ciò, che nel giorno 16. di Marzo è occorfo, per quanto io fappia la prima volta. Più altre fiate è avvenuto che ftrofinandoli ed elettrizzandoli i globi di vetro fi fieno rotti. Ancora ultimamente un Filofofo, che fa effer tale nello fplendore, e tra i comodi del fuo rango, fperimentando fopra l'elettricifmo ne ruppe uno. A me fi è fpezzato, e divifo in parti minutiffime un globo, che avea fei pollici di diametro, ed in circa due linee di groffezza, e il quale da un quarto d'ora non era stato elettrizzato, në riteneva, che un grado di caloré afsai mediocre, e fenz'effere ftrofinato velocemente giravafi intorno all' affe. Ne ho rofto attribuita la caufa alla forza centrifuga, che dovea nafcere dal moto circolare, e all' elafticità, che nell' aria entro rinchiufa per lo calore ancor refiduo, é per le antecedenti elettrizzazioni, dovea reftare in qualche modo aumentata. Ho dedotto la prima di queste dae cofe dall' efferfi diftribuiti regolarmente i rotti e fcagliati pezzi non verfo i poli, ma verfo il piano dell' Equatore. E ne ho argomentato la feconda dall'efferfi pofcia nel fito dello fpezzato globo rarefatra in tal modo l'aria, che il fiocco d'oro dal vicin tubo me

talli

tallico in cui era ficcato profondamente, e a gran forza, fortendo vi fi è slanciato impetuofamente. Da quefto poi, che la forza centrifuga non rintuzzavali colla preffione, e collo ftrofinamento della mano, come farebbe avvenuto elettrizzando il medefimo globo, ho intefo perchè con forza molto maggiore fi fia fpezzato, e fminuzzato, di quel che fogliano i globi elettrici. Concioffiacofaché moltiffimi pezzi di vetro rotto fi fon trovati in diftanza di venticinque piedi dalla macchina, dall' una, e dall' altra parte, e ful piano terreno, e nell' altezza di nove piedi. Nell' altezza ancora di cinque fi è fatto un buco nella muraglia della profondità di una linea; ed è stata fingolar cofa, che di cinque perfone, che circondavano all' intorno la macchina, quattro non ne abbiano sofferto, ed io folo non ne abbia ricevuto, che tre piccole ferite.

Ma dopo avere accennato lo fperimento del giorno 16. non può tacerfi l'offervazioni dell' Ecliffe Lunare, che in cafa del Sig. Conte di Caftelbarco si è fatta la notte ful feguente a' 27. Marzo in compagnia de' Signori Marchefe Carpani e Conte Carli, ed altri, che non folo hanno faputo guftare l'offervazione, ma vollero ancora tra di loro dividerfene l'incomodo, e la fatica. In quefto Ecliffi, che folo ed unico nel corrente anno fopra il noro Orizonte è vifibile, l'ombra terreftre è entrata a ingombrar la Luna verfo Grimaldo, e fi è avanzata fino in vicinanza di Eraclide, e di Manilio. Indi reftando per qualche tempo ad uguale distanza da Manilio fi è veduta a poco a poco nella Oriental parte difcoftarfi da Eraclide, e nell' Occidentale avanzarfi fin oltre il Mare del nettare, ed a' confini del Mare della fecondità; e pofcia allontanarfi da' confini medefimi, e da Manilio, ufcendo dal Lunar difco tra i luoghi di Furnerio, e di Ticone. Allungherebbefi di soverchio quefta lettera foggiugnendo le tavole, e il tempo delle fucceffive immerfioni ed emerfioni delle parti ofcare e lucide, il quale è ftato da noi notato in minuti fecondi, e con un Orologio verificato lo fteffo giorno alla Meridiana. Bafti l'accennar di paffaggio, che fecondo le Tavole del Cassini, posta di fette gradi la differen

1

za di longitudine tra Parigi e Milano, dovendo nel Meridiano noftro incominciar l' Ecliffi un quarto prima della mezza notte, ed avendo notabilmente anticipato, quando non fia egli lecito di fofpettare più groffi errori nelle Tavole ifteffe, la longitudine di Milano dee effere neceflariamente minore di quella, che fi affume comunemente.

av

E concioffiacofachè abbiamo apprefa coll' efperienza la difficoltà di accertare il precifo momento delle immerfioni ed emerfioni medefime, e di fiffare con quefto metodo la diftanza dal primo Meridiano, altre maggiori difpofizioni fi van tacendo per più efattamente determinare la noftra longitudine e latitudine. Per ora dobbiamo aggiugnere, che non fi è mai potuto nell' ecliffata Luna diftinguere alcuna luce vegnache offervando fi adoperaffero Telefcopi affai buoni di quattro piedi e mezzo, e di fei piedi di lunghezza. E folamente ne' due ofcurati lembi apparivano due ftrifcie lucide, e più tosto biancastre, che dalle parti ancora illuminate fpuntando finivano in acuto, e nel principio e termine dell' Ecliffi fi univano a circondar tutto il lembo, e formare una ftrifcia fola. Quella bronzina e debol luce, che negli Ecliffi totali fi fa vedere, e che il gran Galileo avvertì nafcer da' raggi, che vicino alla terra paffando, e rifrangendofi nell' Atmosfera fi piegano verfo l'affe del cono ombrofo, paffano all' ofcurata Luna, ed indi a noi fi riflettono, non potè altrimenti difcernerfi in quefto Ecliff, che è ftato folamente parziale. Appunto perchè da un lato del medefimo cono trovandofi la Luna, da un lato folo, e però in minor copia, potea ricevere, e a noi riflettere i rotti raggi, nè dovea divenir fenfibile l' impreffione della a noi ripercoffa luce, che verfo gli estremi margini, intorno a quali le già defcritte ftrifce apparivano.

Tra le diverfe cofe che abbiamo in occafione di queft'Ecliff offervate, quefte ci fon parute le più atte ad eccitare la curiofità degli Aftronomi, ed Eruditi.

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