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Quefta pregevoliffima Ifcrizione trovata in un fotterraneo poco lungi dal Duomo di Tivoli, e da quel Vefcovato , ove, come è opinione, era l'antico tempio d' Ercole Tiburtino, ora efifte preffo il Sig. Conte Fede. L. Rofcio Eliano fu uno de'Confoli fuffetti l'anno 100. dell' Era noftra, ficcome avevamo in altra lapida già riferita dal Muratori ( 22 ). Nè faccia difficoltà il dirfi in expeditione Germanica donate ab Imp. Aug. Perocchè quefti non è già Ottaviano Augufto, ma Trajano, la fpedizione del quale in Alemagna è nota non pure dalle medaglie, nelle quali preffo l'Occone fi legge Profectio Aug. Germania ( 23 ) ma ancora dagli Storici. In altre lapide fi trova Aug. e Imp. Aug. per tutt'altro Imperadore, che per Ottaviano Augufto, e le fteffe or citate medaglie ne fanno fede (24). Ma Tivoli ci vuol dare d'altra maniera antichità. Il noftro P. Bartolommeo Bofcovich degno fratello del celebre Matematico trovoffi in quella Città in tempo, che nella vigna del nostro Collegio detta Vitriano fi difcoperfero molti resti d' antica fabbrica, e fra gli altri alcune ftufe. Tra quegli avanzi è memorevole un pezzetto di cornice di ftucco della medefima grandezza, e larghezza che noi qui rapprefentiamo. Nella fafcia fono incifi nella calce quefti caratteri

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( 22 ) N. T. p. 315. S

23) Noris tuttavia nella piftola Confolare ( P. 63. feg. mette in dubbio che legittime fieno quefte medaglic.

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( 24 ) Se quefte fi voleffero falfe col Noris, veggafi quell' altra medaglia finceriffima di Trajano poco appreffo riporta ta dal Noris medesimo (p. 72. ) ove si ha; Profectio Aug. S. C.

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Mi fa nondimeno avvertito il degno P. Oderici, effer dubbio, fe i punti non ombreggiati fieno veramente incifi, oppur nati dall'orte delle rovine. Per altro egli in una fua lettera de'7. Giugno 1755. cosi foggiugne. Ella Ja, che la Regina Zenobia abitè dopo la fua difgrazia, nel territorio di Tivoli, e per attestazione di Trebellio Pollione il fuo foggior no fu non molto lungi dalla celebre villa di Adriano, e da un certo luogo, che il medefimo Trebellio afferifce efferfi chiamato Conche. Io veramente non fono molto pratico di que' luoghi; ho nondimeno offerva to, che nella carta della diocesi di Tivoli dataci dal P. Revillas la vigna di Vitriano, viene a reftare non molto lontana da una larga pianura, che tendefi fotto di Monticelli, e Palombara verfo il Teverone nella carta fuddetta nominafi Pian di Conche nome che può forfe aver preso dal luogo additato dal fuddetto Trebellio. Or non potrebbe fu ciò qualche congettura fondarfi, che quefti ignoti caratteri potessero avere qualche relazione a Zenobia? Eo effi fieno Palmireni, o pure Ebraici, come gli ha qualcuno creduti, non potrebbero fervire a darci qualche maggior lume, e della abitazione di questa Principela, e della propenfione della medefima verfo gli Ebrei, e le cofe Ebraiche, che Teodoreto, ed altri ci atteftano aver effa avuto?

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XV. Lo fteffo P. Oderici mi diede il primo notizia d'efferfi a Pozzuolo ritrovato un cippo con queste fole parole.

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DYSARI
SACRVM

Ne fcriffi fubito all'eruditiffimo Sig. Seguier, il quale allora era in Verona coll'incomparabil fuo amico il Marchefe Scipione Maffei, ed egli così mi rifpofe: La prima notizia che abbia ricevuta dell' Infcrizione DYSARI SACRVM mi venne da una lettera del Sig. Tarugi di Napoli de' 4. Febraro 1755. Scritta al P. Ippolito Bevilacqua dell' Oratorio di Verona, nella quale gli diceva, che preparava una Diatriba intorno ai Ludi Dufarici. La foftanza era, che Primum de vocabulo Dufari dicere inftitui num Græcis notum aut barbaris; tum illud, Bacchum denotare, pluribus argumentis firmare contendo. Populos deinde recenfeo, qui fub hoc nomine Bacchum coluere, ubi de Ludis Dufaricis verba facio, in quibus funt quædam, ni fallar, peculiaria, ex nummis a me detecta, quæ apud fcriptores magni nominis minime reperiuntur. Denique cauffas, quoad fieri poteft, cur Puteolis Sacrum, five Fanum, five Templum extructum, aperire exemplis ab omni antiquitate petitis adgredior. Queste fono le parole della lettera.

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Mi fu domandato fe conofceva que' ludi Dufarici; rifpofi che le non v'era altro fulla pietra, che le parole che fi accennano non vedeva, che fe ne poteffe ded urre, che vi foffero que' Giuochi. Che bifogna sfi darfi di molte ifcrizioni venute da quelle parti, che fono state finte da que' della scuola del Pontano, Comunicai un pallo a questo propofito, che fi legge nel Dizionario Iftorico dello Stefano: Dufare, fcopulus,

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vertex Altiffimus Arabie: fic dictus a Dufaro Deo, qui apud Arabes Dacherenos colitur. Gentiles Du Jareni Steph. Ma avendo ricercato quel passo nello Stefano, non lo feppi ritrovare.

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Diffi ancora chera da efaminare fe il Suσápxn epiteto di Bacco, che gli Nabatei gli davano al rife re d'Elichio, aveffe qualche relazione col Dufari.e Non fo fe quella Differtazione del Tarugi fia venuta alla luce.

Così egli. Non fo neppur io fe ufcita fia quella G 4 differ.

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differtazione. Intanto fuggerirò al dotto Autore un paffo, nel quale dappoi avvenuto mi fono del noftro Ch. P. Erafmo Froelich ( 25 ). Porta egli questa medaglia.

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Indi fu di effa così al fuo folito eruditamente ragiona.

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,, Altia certamina, in honorem Apollinis Acti ,, ab Augufto inftaurata fuiffe, e STRABONE L ,, 7. notum eft, fed AOrCAPIA quid fibi velint. aut Ludi fint, nemo, quod " quæve certamina " fciam, hactenus expofuit. Dufaria ego audenter "Bacchanalia interpretor. Nam primum Dufares ,, Deus, feu aliis Dyfares, ab Arabibus peculiariter colebatur. Docet id TERTVLLIANVS in Apo, log. c. 24. Unicuique etiam Provincia, Civitati fuus Deus eft, ut Syria Aftarte, Arabia Dyfares. Et STEPHANVS BIZANTIVS, fcopulum Ara,, biæ altiffimum Araphy dictum effe teftatur dwo το Δεσάρο ο Dufare: Θεὸς δὲ ἔτος παρὰ Αγραψε, κα " Aαxaрrvous Twμevos. Deus autem hic ab Arabibus, Dacharenis colitur. Igitur & Boftræ Dufaris cultus floruit, quam Arabiæ Petrææ PTOLEM . 95 lib. 5. attribuit. Porro eandem fuiffe Metropolim & antiqua Notitia Ecclefiaftica, & numus hic ,,ipfe prodit, titulo Metropolis addito.

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Accedit quod SVIDAS Dufaris cultum in alte,,ra Arabia Petrae urbe Petra viguiffe memoret ; ,, quanquam non recte SUIDAS eos A pns quafi Deus Ares, fcripferit, & Martem interpretatus fit. "" Nam aperte ex STRABONE L. 16. & HESYCHIO corrigitur. Strabo Ναβαταίαν Πέτραν Peo tram Nabatæorum urbem nominat; Hefychius por

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(25) Quatuor conaming pag. 128.

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ro à Nabatæis non Deum Arem, feu Martem, fed Dafarem cultum effe, eumque eundem effe cum Baccho declarat: Δουσάρην τὸν Διόνυσον οἱ Ναβα ταῖοι ὀνομάζεσιν, Dufaren Nabatai Bacchum nomi nant. Ex his manifefto jam conftat, AOTCAPIA noftro in numo nihil aliud denotare, quam præter Actiacos Ludos alios etiam in Dufaris, feu Bacchi honorem, id eft Bacchanalia Boftre celebrata faiffe. Porro nomen Dufaris, Arabice Dominum folutionis fignificare, atque adeo cum Græcis Bacchi cognominibus, dum Avalos folutor & avoiμépivos folutor curarum, vocitatur, egregie convenire, atque alia plura apud BOCHARTVM in Phaleg. 1. 2. c. 19. legere eft, & apud DAPPERUM in Arabia. De Idolo, templo, & cultu Dufaris Suidas confulendus eft; neque enim hic longior effe, ,, quam res poftulet, volo. Così il P. Froelich.

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XVI. A Pozzuoli stesso sono state trovate due altre Ifcrizioni, le quali poi fono ftate fubito vendute ad un Inglefe. Noi le riferiremo dalle Novelle Fiorentine (26)

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Quefto T. Flavio Vero era Tabularius Rationis Aquariorum; ma qui hannofi ad intendere gli Aquarj pubblici. Frontino fcrive (27): Aquariorum familias duas effe, alteram publicam, alteram a Ti. Claudio Cafa. re conftitutam

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