FRANCESCO PETRARCA. Voi che ascoltate in rime sparse il suono O passi sparsi o pensier vaghi e pronti 16 17 18 19 20 21 24 23 24 25 26 27 Vive faville uscian de' due bei lumi Si breve è il tempo e 'l pensier si veloce Sento l'aura mia antica e i dolci colli Ne mai pietosa madre al caro figlio Mai non vedranno le mie luci asciutte Deh qual pietà, qual angel fu si presto Ite rime dolenti al duro sasso Quel Sol che mi mostrava il cammin destro Gli Angeli eletti e l'anime beate Conobbi quando il ciel gli occhi m'aperse Quanto più m'avvicino al giorno estremo BUONACCORSI DA MONTEMAGNO. Non mai più bella luce o più bel Sole MATTEO MARIA BOIARDO. Ombrosa selva che 'l mio duolo ascolti GIUSTO DE' CONTI. Quel cerchio d'oro che due treccie bionde Lascia l'isola tua tanto diletta Dolci pensier non vi partite ancora O sonno placidissimo, ormai vieni Di vita il dolce lume fuggirei pag. 62 AGNOLO FIRENZUOLA. Nelle belle contrade, u' Blanda fonte SERAFINO DA L'AQUILA. Quando nascesti, Amor? quando la terra ANTONIO TEBALDEO. Sovra del mio mortal leggiera e sola Ahi quanto fu al mio Sol contrario il fato LODOVICO ARIOSTO. Quell' arboscel che 'n le solinghe rive JACOPO SANNAZZARO, Eran le Muse intorno al cantar mio 96 97 98 99 100 201 102 103 304 |