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così eccezionale della storia sione.

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la figura e la mis

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Queste sono quindi pagine dettate dall'amore e dalla riconoscenza non dal ricatto o dall'astio. Il loro autore infatti ama profondamente la Chiesa. Quella Chiesa che Cristo stesso ha sognato e il cui passaggio nel mondo, prima di scender nelle catacombe, è stato così pallido e meteorico. Ma anche quell'altre Chiese succedutesi via via per due millenni con fisionomie e forme sempre cangianti, ora aureolate di martirio, ora di equivoca gloria, ora adagiate nel fasto e ora umiliate nel fango, ora quasi disumanate nell'accesa spiritualità, ora lorde di tutti i compromessi terrestri. Egli l'ama perchè, al di là del suo incrinato vaso di creta, essa ha sempre custodito l'acqua viva della Verità attinta un giorno al pozzo di Sichem con la donna dai sette mariti, tanto simile lei stessa alla spregiata etera samaritana. E perchè si voglia o no questi venti secoli sono stati imbalsamati dall'odor di nardo ch'essa sempre peccatrice ma sempre peniha continuato a spargere sui piedi del

tente Cristo.

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con vero intimo strazio

E se qui è costretto a condurne un duro giudizio, è solo perchè ha tanta fiducia in essa e anzi su di lei riposano le sue ultime speranze. Egli non ha fatto, nel suo passato non senza troppa ingenuità e remissività che lavorare per espanderla e glorificarla. E al presente egli sente senza presunzione alcuna di dover

ancora agire per sollecitarla a riformarsi.

Il lettore, dunque, non troverà, nella rapida diagnosi che segue, indugi sulle tare e sulle debo

lezze degli uomini che la rappresentano (sotto questo aspetto, chi, delle altre società o delle altre fedi, è senza peccato lanci la prima pietra); ma vedrà messi in rilievo e discussi onestamente e pacatamente mezzi, metodi e intenti che l'autore crede e tenterà di dimostrare difformi dall'ideale assegnatole da Cristo.

Quanto poi alla ricostruzione in spe della « vera » Chiesa che conclude il volume, essa non è altro che lo sviluppo dell'utopia evangelica non già adeguata ai tempi, ma redenta da tutte le violenze accaparratrici che i tempi vi hanno finora esercitato e proiettata in quel presente sempre eguale dell'eternità che è il privilegio accordato da Cristo alla sua Chiesa peregrinante nel mondo.

L'autore di queste pagine non intende quindi rivendicare polemicamente per la sua Chiesa ideale il solito vieto ritorno alle origini, ma quella costante e sostanziale fedeltà a se stessa che non può non essere per lei che condizione di vita e di fecondità.

L'ORGANISMO

Il problema della legittimità della Chiesa è, in fondo, un problema futile. Ma non tanto perchè la sua realtà fisica e la sua presenza ormai inscongiurabili lo rendono superfluo, quanto perchè è decisamente ingenuo pensare che l'apparizione di Cristo dovesse concludersi altrimenti che con l'instaurazione d'un movimento religioso il quale non si fossilizzasse ben presto in un organismo più o meno burocratico.

Gli ideali universalistici di cui già fermentava il mondo pagano prima dell'era cristiana e la cui prorompente espansione accompagnò stranamente il nascere e il diffondersi dalla Palestina del nuovo credo, non potevano ormai più essere trattenuti nelle vecchie forme organizzative che avevano sino allora ospitato e favorito il progresso del consorzio civile. In realtà, se la stessa idea universalista romana non si distingueva essenzialmente da quella di dominazione per conquista degli antichi imperi orientali, e se il concetto della pax romana non era altro che la sublimazione e in un certo senso la giustificazione degli istinti di preda che avevano caratterizzato ogni popolo entrato nella luce della

civiltà dapprima le esigenze immanenti alla concezione giuridica, che accompagnò e promosse l'espandersi della politica imperialistica poi l'influenza dello stoicismo greco che era stato condotto dalla sua concezione panteistica dell'universo ad una valutazione più profonda della persona umana e alla comprensione, logicamente connessa, della parità essenziale tra persona e persona, al di là di ogni classificazione sociale nazionale o razzistica - e la spinta mistica operata dal neoplatonismo, finirono per mettere in crisi il vecchio sistema statuale già minato del resto da altre forze e fattori sul terreno della sua stabilità economico-amministrativo-politica.

Lo stesso caos religioso del mondo antico, ridotto sotto l'impero a un pantheon politico di alleanze, senza più alcuna efficacia di suggestione sulle intelligenze scaltrite delle classi dirigenti, e denunciato nella sua ridicola inconsistenza, anche presso le masse, dalla sofferta serietà degli aneliti dei culti misteriosofici, attendeva l'audace rovesciatore di tutti i suoi idoli e l'instaurazione d'una fede veramente spirituale e universale.

Ma soprattutto lo stesso Cristo non poteva, nella sua straordinaria veggenza, non prevedere la Chiesa e, in un certo senso, non temerla. Anche se i Vangeli, sorti già dopo la costituzione di essa e anzi nel suo stesso ambito, gravano troppo in questo senso ed è ovvio le preoccupazioni del Maestro, non c'è alcun dubbio che il miglior mezzo ch'egli avesse per difendersi dalla Chiesa era quello di fondarne lui stesso una, la meno esiziale possibile al suo messaggio. D'accordo « che il sen

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