2 CARLO MAIRONI LA CHIESA AL BIVIO Le pagine di quest'opera - precisa l'autore nella prefazione 4 non sono state scritte per soddisfare l'acida acredine di tanti gratuiti o inconsulti nemici della Chiesa, o per scanda lizzare i semplici che non sanno né capire né sopportare le vicende dello zelo e dell' amore amareggiato dei suoi puri e audaci riformatori e, tanto meno, per confortare il quieto vivere degli eternamente entusiasti o dei sempre contenti ruminanti alla sua greppia, ma per stimolare i migliori (i più veggenti cioè e i più volonterosi) perché rinfocolino il loro coraggio e non desistano dal lavorare per la vera Chiesa di Cristo". Non si tratta quindi di un libro di esaltazione apologetica e neppure di critica arida ed astiosa. Bensi d'un libro che si prefigge di mettere a fuoco, con assoluta obiettività e serenità, le deficienze interne che inficiano la massima organizzione storica del Cristianesimo, inceppandola nel suo compito di testimone, dinanzi al mondo, dei valori eterni e trascendenti dello spirito. * Ma il lettore, oltre questa documentata testimonianza d'ansia di riforma, vi troverà anche una descrizione e un'analisi accurata e puntuale, oltre che degli organismi, anche dei mezzi e dei metodi di cui si vale la Chiesa romana, sia nel suo regime interno che nella sua attività esteriore. Un quadro quasi completamente ignorato dai profani e spesso trascurato persino dai competenti, che è d'un interesse veramente insospettato e fa di quest'opera un testo straordinariamente originale e rivelatore. DIRITTI DI RIPRODUZIONE E TRADUZIONE RISERVATI PER TUTTI I PAESI COMPRESI Svezia, norvEGIA, DANIMARCA, RUSSIA PREFAZIONE Le pagine che seguono non sono state scritte per soddisfare l'acida acredine di tanti gratuiti o inconsulti nemici della Chiesa, o per scandalizzare i semplici che non sanno nè capire nè sopportare le violenze dello zelo e dell'amore amareggiato dei suoi puri e audaci riformatori, e tanto meno per confortare il quieto vivere degli eternamente entusiasti o dei sempre contenti ruminanti della sua greppia ma per stimolare e spronare i migliori (i più veggenti, cioè, e i più volonterosi) perchè rinfocolino il loro coraggio e non desistano dal lavorare per la « vera » Chiesa di Cristo. I giudizi più o meno caustici ch'esse qua e là ospitano non sono affatto enunciati, perciò, con superficialità o gratuitità da delatori prezzolati o, peggio, con la meschina e riprovevole soddisfazione dei transfughi, ma con sincero rammarico e per dura necessità. Come un figlio il quale fosse messo nelle strette di rimproverare qualche grave colpa od omissione ai suoi genitori, così l'autore di questo umile appello soffre acerbamente di dover rinfacciare a Colei, che è stata la sua iniziatrice alla conoscenza e all'amore del Cristo, le deformazioni che ne avviliscono e insidiano specie in un'ora |