Virtù fa nobiltà non come intende Un uom qual vuoi di plebe infimo e basso. LORENZO DE' MEDICI. Giovanni Corsi lo chiama un Augusto per la Repubblica Fiorentina, e per le lettere un Mecenate. Fu adorno d'ogni sorta di virtù; e nelle scienze e nelle arti belle emulò i grandi di quel secolo. Profuse tesori nella compera de' libri. Amò specialmente la poesia teatrale. Compose i Canti Carnascialeschi, la Rappresentazione di S. Giovanni e Paolo con trentadue personaggi, e le ottave contadinesche sulla Nencia. Scrisse ancora alcuni capitoli. Il suo più gran merito fu di avere splendidamente protetto le arti e le scienze. Nacque nel 1448. e morì nel 1492. Tiraboschi ne scrisse l'elogio. SONETT O. Un acerbo pensier talor mi tiene, L'amor, Dicemi esser fallace ogni mia speme, SONETT O. Spesso mi torna a mente, anzi già mai Apollo spande il suo bel lume adorno, SONET TO. O bella violetta, tu se' nata Ove gia 'l primo mio bel desio nacque; Pietate in quella terra fortunata GASPARE VISCONTI. Il suo Canzoniere fu stampato in Milano nel 1493. e moltissimo piacque a' suoi coetanei, Ora sarebbe appena tollerabile. Voleva però essere rammentato, perchè Milanese. SONETTO. O sassi, o mura, che in voi chiuso avete MATTEO MARIA BOJARDO. Fu Conte di Scandiano. Nacque circa il 1430. alla Fratta presso Ferrara, e fini di vivere nel 1492. Fu caro al Duca Borso, e ad Ercole I. dal quale ebbe onorevoli cariche. Vuol essere posto fra più colti uomini, e più leggiadri ingegni di quest' età. Compose l'Orlando Innamorato, a cui debbe specialmente la celebrità del suo nome. Vallisnieri, e Maz zucchelli ne scrissero la vita, CANZONE Come in la notte liquida e serena Ed ella a tergo mena Ch' a lei d' intorno intorno Cedon parte del eiel, e fangli onore; Indi rorando splendido liquore Da l' umida sua chioma, onde si bagna Così costei de l'altre il pregio acquista E fa sparir ogni altra bella vista. Chi mai vide al mattin nascer l'Aurora, Che fuor del mare il di non esce ancora E lei più s'incolora D'una luce vermiglia, Da la qual fora vinto Qual ostro più tra noi gli rassomiglia; E il rozzo pastorel si maraviglia Che a poco a poco su nel ciel si appiglia, Vedrà così nell' angelico viso Se alcun fia che possente ANGELO POLIZIANO, Nacque in Montepulciano ai 24. di Luglio del 1454., e mori in Settembre nel 1494. Fu in questo secolo il ristauratore dell' italiana letteratura, come Petrarca lo era stato nel precedente. Ebbe il padrocinio della casa Medici, e fu detto a ragione il padre delle lettere. Le sue Stanze per la giostra di Giuliano de' Medici debbono dirsi uno de' più squisiti poemetti del Parnaso italiano. |