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VITA

DEL PETRARCA,

SCRITTA DA MONSIG.

LODOVICO BECCATELLI,

ARCIVESCOVO DI RAGUSI.

Scriffe

criffe Giovanni Villani, Iftorico fedele del le cofe di Firenze, il qual ville a' tempi del Petrarca, che del 1302. a 4. d' Aprile fu fcacciata di Firenze la parte de' Bianchi; che così allora fi domandavano i Ghibellini in quella città; della qual fazione fi trovò effere Petracco di Parenzo, uno de' Cittadini di quella, e perfona di buon giudizio, nè fenza letEra il detto Petracco maritato in una cittadina pur Fiorentina, che fu, fecondo alcuni, de' Canigiani, nominata Eletta: con la

tere.

quale trovandofi in efilio, fi raccolfe in Arezzo, per effer vicino alla patria, dandosegli occafione di ritornarvi. Nel detto luogo fu concetto, e nacque il Petrarca; che fu, com'effo medefimo fcrive, alli venti di Luglio in aurora in lunedì del 1304. in una cafa pofta nella Via dell' Orto; la quale poi per fua memoria fu confervata dagli Aretini, gloriandofi che'l Petrarca foffe tra loro nato. dopo l'acquisto del figliuolo, che nominò Francefco, con la famiglia circa fette mefi in Arezzo; di poi, effendo permeffo alla moglie di ritornare alla patria, Petracco fe n'andò a Pifa, e la moglie col figliuolino, fi raccolse ad una loro poffeffione all' Ancifa, luogo in Val d'Arno di fopra, ed ivi dimorò per fei

anni.

Stette il Padre

Crefciuto fino alli fette anni, nè aprendoft la via a Petracco fuo padre di tornare alla patria, la madre fi riduffe ad abitare col marito a Pifa, ove teneva cafa, e quel viaggio fece non fenza gran pericolo di perdere il figliuolo in Arno, per lo finiftro occorfo al fervitore che lo portava a cavallo, com'effo ha lafciato fcritto.

A Pifa dimorò il padre un anno ancora; poi ftretto da neceffità, per foftentar meglio la famigliuola che gli fopraftava, passò alla Corte del Papa, ch' allora fi riteneva in Avignone in

Provenza. E pervenuto il figliuolo all'età di 11. anni, e vedendolo di buon' ingegno, e molto atto alle lettere, lo mife in cafa d'un mae ftro di quei tempi dotto, e buono, che stava a Carpentraffo, città vicina ad Avignone 12. miglia; dove il Petrarca fi portò in modo, che'l maestro l'amò fempre fopra gli altri. Dopo che giunto alli 15. anni, vedendolo il padre difpofto agli ftudj, pensò di mandarlo alle fcuole generali, acciocchè imparaffe leggi, ch'erano in gran prezzo, e molto a propofito de' bifogni fuoi. E così lo invid a Monpelieri, ove flette quattro anni; e di poi in Italia a Bologna, ove fra gli altri eccellenti dottori leggevano M. Cino da Piftoja, e M. Gio. Andrea Calderino. Il Petrarca per ubbidire al padre ftudio le leggi, e con grande Speranza, e maraviglia di chi lo conosceva.

La qual'imprefa però fece contra l'animo fuo, che mal volontieri Spendeva il tempo in iftudio così maltrattato; avendo l'animo volio alla rettorica, e poesia: pure non ofava difubbidire; effendo per natura, e buoni documenti del padre, modefto, e religiofo. Vero è che buona parte del tempo rubava alle leggi, e di nafcofto lo dava agli ftudj d'umanità. Della qual cosa avvedutofi il padre, gli tolfe un gior no quei libri, che teneva nafcofti, e in fua

prefenza li arfe; di che piangendo il giovane, il padre moffo a compaffione gli diede il Virgilio, e la Kettorica di Cicerone, com'effo riferifce.

Dimorò in Bologna dal 1323. fino al 1326. Ma fopravvenutagli la morte del padre, d'età d'anni 22. tornò in Avignone, andando le fa coltà paterne a male per colpa de' curatori, che male quella eredità trattarono; e liberato dal pefo di quello ftudio, fi diede liberamente alle lettere che più gli piacevano; ancorachè da molti follecitato foffe a continuare l'incominciata imprefa delle leggi; a che fatto fordo attese ad ornarfi di coftumi, e lettere; nelle quali avendo già nome, fu per la dolcezza dello ftile fuo vol gare tra gli altri grandemente amato da Giacomo Colonna Vefcovo Lomberienfe.

Tornato in Avignone fi ritenne in cafa di Giovanni Cardinale Colonna; che così volle il Vefcovo, acciocchè abitaffero infieme; ove non manco fit dal Cardinale, che dal Vefcovo amato. In quefto tempo cadde il Petrarca d'età di 23. anni nell'amore di Madonna Laura, del quale poi nacquero tante belle compofizioni, e la quale era nata di famiglia nobile in dvignone, vo lendo altri che ella foffe figliuola di Arrigo di Chiabau Signor di Cabrieres, e altri, che foffe della cafa di Sade.

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Grandemente dunque l'amò e in vita di lei, che furono anni 21. e dopo morte per fin ch' egli viffe, che furono 26. come di poi diremo. E fu detto amore fenza dubbio cafto, e buono, moderatifi gli appetiti giovanili di lui con la virtù della donna amata. Tal che di quel fuoco ardente uscì una fiamma così chiara, che tutti due loro fece illuftri in vita, e dopo morte, con gran diffimo onore delle Mufe Tofcane, le quali ha moftro, com' altamente, e fantamente (per dir cost) poffano cantar d'amore fenza mescolarvi lafcivia alcuna; cofa che forfe fino a qui alcun' altro poeta in qualunque altra lingua non ha fatto.

Ma per tornare alla ftoria della fua vita, dico che, tocco dal detto fuoco, e fentendofi ogni di più infiammare, già d'età d'anni 28. per moderare, com'effo fcrive, l'affanno che fenti va, e tornare in libertà, deliberò partirfi d Avignone, e vifitare parte d'Europa, acciocchè con la vifta di nuove genti e paefi deffe anco nella fua mente luogo a nuovi penfieri. ottenuta buona licenza da Giovanni Cardinale Colonna, e dal Vefcovo fuo fratello, coi quali

Ed

riteneva, com' è detto, fe n'andò a Parigi, ed in Fiandra, e poi lungo il Reno per l'Alemagna vide molte città, e paefi, e passò per la Selva d'Ardenna, e dopo non pochi mesi ritor

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