SONETTO XI. Sono alcuni fuoni, che pajono dire ciò, che altri s'immagina, come è quello della Campana. Ora il fimile avveniva al Petrarca, quando penfava, o fcriveva di Laura, che gli pareva, che il canto degli Uccelli, il ciuffolar dell' Aura, ed il mormorio i dell' Onde diceffero quelle parole, che egli s'immaginava che Laura prefente gli avrebbe dette: cioè che egli fi duole senza ragione, perchè non è morta. Se SONETTO XII Commendazione d'un luogo, dové per avventura il Petrarca fi trovava, dalla folitudine, è dalla piacevolezza. Mai non fu'in parte ove sì chiar vedeffi Quel che veder vorrei, poi ch'io nol vidi; N'empieffi 1 ciel di sì amorofi ftridi: Nè giammai vidi valle aver si fpeffio 1999 Nè credo già, ch' Amor'in Cipro avessi, L'acque parlan d'Amore, e l'ora, e i rami, E gli augelletti, ei pefci, e i fiori, e l'erba; Ma tu ben nata, che dal Ciel mi chiami; SONETTO XIII. O torni a cafa, o vada fuori di cafa, fempre gli par di vedere Laura, o in Fonte, o in Prato, e in vifta pietofa. Torna a cafa lagrimando, e fofpirando: va fuori di cafa in luoghi folitarj gridando, e penfando. Torna a cafa, per fuggire la compagnia: va fuori di casa per trovar Laura col penfiero. Qu uante fiate al mio dolce ricetto Fuggendo altrui, e, s' effer può, me fteffo, Quante fiate fol pien di fofpetto Per luoghi ombrofi, e fofchi mi fon meffo Che Morte ha tolto; ond' io la chiamo fpeffo: Or' in forma di Ninfa, o d'altra Diva, Or l'ho veduta fu per l'erba fresca ask ***********000000000000000 SONETTO XIV. Ringrazia Laura che gli apparisca. Alma felice, che fovente torni A confolar le mie notti dolenti Con gli occhi tuoi, che Morte non ha spenti, Quanto gradifco ch'i miei trifti giorni I' Or, come vedi, vo di te piangendo; Sol' un ripofo trovo in affanni; A .... កា SONETTO XV. Commendazione della confolazione, che prende dell'apparizione di Laura. Difcolorato hai, Morte, il più bel volto Che mai fi vide; e i più begli occhi fpenti; Del più leggiadro, e più bel nodo hai fciolto, Madonna, ove pietà la riconduce; E fe com'ella parla, e come luce, Ridir poteffi; accenderei d'amore, Non dirò d'uom', un cor di tigre, o d'orfo. SONETTO XVI. Si duole che il contemplar di Laura per immaginazione fia breve; perciocchè, mentre la contempla, nulla gli noce. Si breve è'l tempo, e'l penfier sì veloce Che mi rendon Madonna così morta; Amor, che Trema ha legato, e tiemmi in croce; Trema quando la vede in fu la porta Come donna in fuo albergo, altera vene, L'alma, che tanta luce non foftene, Con l'efempio della Madre che configlia il Figliuolo, e della Spofa lo Spofo in cafo dubbio, dimoftra quali foffeso le ammonizioni di Laura apparentegli, perchè fi guardasse da' lacci del Mondo. Nè mai pietofa madre al caro figlio, Ne donna accefa al fuo fpofo diletto Come a me quella che 'l mio grave efiglio Or di madre, or d'amante: or teme, or'arde |