SONETTOCL. A Rende la ragione perchè tremasse ad ogni picciolo mutaments di Laura. Se'l dolce fguardo di coftei m'ancide, E le foavi parolette accorte; Sol quando parla, ovver quando forride; Laffo, che fia, fe forfe ella divide O per Però s'i' tremo, e vo col cor gelato Ond' io so ben, ch' un' amorofo ftato SONETTO CLI Inferma Laura dubita, che non muoja per tre ragioni. Amor, mor, Natura, e la bell' Alma umíle Ov' ogni alta virtute alberga, e regna, Natura tien cöftei d' un sì gentile Laccio, che nullo sforzo è che foftegna: ་་་ Così lo fpirto d' or' in or vien meno A quelle belle care membra onefte, Attribuifce, commendando Laura, tutte le doti a lei della Fenice 5 $469 CD4N S Qu " uefta Fenice dell' aurata piuma ¥ } 0000000000:0:000000000 SONETTO CLIII Si duole a nome di Laura che Virgilio, ed Omero non l'abbiano veduta, che di lei avrebbono fcritto, e non degli Eroi. Se Virgilio, ed Omero aveffin vifto Quel Sole il qual vegg' io con gli occhi miei, Di che farebbe Enea turbato, e trifto, Si bene il mondo, e quel ch' ancife Egisto. Quel fior' antico di virtuti, e d'arme, me polidat Ennio di quel cantò ruvido carme; Di queft' altr' io ed o pur non molesto Il Petrarca fi duole delle Stelle che abbiano commesse le lodi di Laura, che più d' ogni altro meritava Omero, Orfeo, e Vir gilio, a lui che le fcema, non le celebra, o le agguaglia, Griunto Aleffandro alla famofa tomba Del fero Achille, fofpirando diffe: Ma Ma quefta pura, e candida colomba; A cui non fo s' al mondo mai par visse; Che d'Omero digniffima, e d' Orfeo, Commise a tal, che 'l fuo, bel nome adora: SONETTO CLV. Ricorda al Sole l'amor di Laura, e gli commenda la sua bellezza, e lo 'nvita a fermarsi a mirarla; e fi duole della fua partita, perchè partendofi gli toglie la vifta ainata del luogo di Laura, Almo Sol, quella fronde ch' io fola amo, Tu prima amafti; or fola al bel foggiorno Crescendo mentr'io parlo, a gli occhi tolle Ove'l mio cor con la fua donna alberga. 4242420 SONETTO CLVI. Sotto figura d'una Nave pofta in Mare tempeftofo fenza governo leggitimo fignifica lo ftato fuo. Paffa la nave mia colma d'obblio Per afpro mar' a mezza notte il verno A ciascun remo un penfier pronto, e rio, Pioggia di lagrimar, nebbia di fdegni Celanfi i duo miei dolci ufati fegni: Morta fra l'onde è la ragion, e l'arte. |