SONETTO CX. Come talora al caldo tempo fole E veggio ben, quant' elli a fchivo m' hanno; Che mia vertù non può contra l'affanno; Chi' piango l'altrui noja, e nò 'l mio danno; SESTINA V. Converfione a Dio. Narra come pienamente ha foddisfatto infino a qui all' amore di Laura. Poi dice che omai è tempo di fervire a Dio. Alla dolce ombra delle belle frondi Corfi, fuggendo un difpietato lume, Non Non vide il mondo sì leggiadri rami, Nè moffe 1 vento mai sì verdi frondi; Un Lauro mi difefe allor dal cielo: Però più fermo ogni or di tempo in tempo Selve, faffi, campagne, fiumi, e poggi, Tofto ch' incominciai di veder lume. Tanto mi piacque prima il dolce lume, Altro amor', altre frondi, ed altro lume, SONETTO CXI. Commenda la piacevolezza del parlare d' una Donna, per lo quale gli torna a memoria Laura, quando gli fi moftrava con vista, e con atti piacevole. Quand' io v' odo parlar si dolcemente, Com' Amor proprio a' fuoi feguaci inftilla, Tal, che 'nfiammar devria l'anime fpente. Trovo la bella Donna allor presente, Ovunque mi fu mai dolce, o tranquilla, Le chiome all' aura fparfe, e lei converfa Mal foverchio piacer che s' attraverfa Alla mia lingua, qual dentro ella fiede, ******* ***************** SONETTO CXII. A Sennuccio fcrive la cagione, perchè, ancorachè Laura non fia bella, come prima, nondimeno egli ne fia innamorato piucchè mai; la quale è che bella oltra mifura la vide la prima volta, e tiene nella memoria quella prima idea. Nè così bello il Sol giammai levarfi, In quanti fiammeggiando trasformarsi I' vidi Amor, ch' e' begli occhi volgea Sennuccio, il vidi, e l'arco che tendea, SONETTO CXIII. Pommi ove '1 Sol' occide i fiori, e l'erba; Pomm' in umil fortuna, od in fuperba; Al dolce aere fereno, al fofco e grave: Pomm' in cielo, od in terra, od in abiffo; In alto poggio; in valle ima e paluftre; Libero fpirto, od a' fuoi membri affiffo: Pommi con fama ofcura, o con illuftre: Sarò qual fui: vivrò com' io fon viffo, Continuando il mio fofpir triluftre. 0000000000:0:000000000 SONETTO CXIV. Dopo molte gloriofe appellagioni, nelle quali fi contengono le lodi dell' Animo, e del Corpo di Laura, ti duole di non potere fcrivere in lingua, che la fama fua fi fpandeffe per tutto il Mondo. Ma promette, per la lingua Vulgare, che tutta Italia il faprà. d'ardente virtute ornata, e calda Di viva neve, in ch' io mi fpecchio, e tergo: Del voftro nome, fe mie rime intefe Foffin si lunge, avrei pien Tile, e Battro, |