SONETTO IX. Non ha più speranza di rivederla; e però si conforta coll' immaginarsela in Cielo. S'An Amor novo consiglio non n' apporta, Onde si sbigottisce, e si sconforta Mia vita in tutto; e notte e giorno piange, in mar, che frange, Stanca, senza governo, E'n dubbia via senza fidata scorta. Immaginata guida la conduce; Che la vera è sotterra, anzi è nel Cielo, Agli occhi no; ch' un doloroso velo E me fa sì per tempo cangiar pelo. SONETTO. X. Brama morir senza indugio, onde seguirla coll'anima, come fa col pensiero. Nell'età sua più bella e più fiorită, Quand' aver suol Amor in noi più forza, E viva, e bella, e nuda al Ciel salita: Che come i miei pensier dietro a lei vanno; La segua, Ciò, che s' indugia, è proprio per mio danno, SONETTO XI. Dovunque ei si trovi gli par di vederla, e quasi di sentirta parlare. Se lamentar augelli, o verdi fronde Mover soavemente a l'aura estiva, Là 'v' io seggia, d'Amor pensoso, e scriva; Deh perchè innanzi tempo ti consume? Di me non pianger tu: che e' miei di fersi, Quando mostrai di chiuder, gli occhi apersi. SONETTO XII. Rammenta in solitudine gli antichi suoi lacci d'Amore, e sprezza i novelli. Mai Lai non fu' in parte, ove si chiar vedessi Quel, che veder vorrei, poi ch'io nol vidi; Nè dove in tanta libertà mi stessi; N''mpiessi 'l ciel di si amorosi stridi: Nè giammai vidi valle aver sì spessi L'acque parlan d'Amore, e l'ora, e 1 rami, E gli augelletti, e i pesci, e i fiori, e l'erba; Ma tu, ben nata, che dal Ciel mi chiami; Preghi, ch' i' sprezzi'l mondo, e suoi dolci ami. SONETTO XIII. Videla in Valchiusa sotto varie figure, ed in atto di compassione verso di lui. Qu uante fiate al mio dolce ricetto Fuggendo altrui, e, s'esser può, me stesso, Vo, con gli occhi bagnando l'erba e'l petto; Rompendo co' sospir l'aere da presso: Quante fiate sol, pien di sospetto, Per luoghi ombrosi e foschi mi son messo Che Morte ha tolto; ond' io la chiamo spesso: Or in forma di Ninfa, o d'altra Diva, Che del più chiaro fondo di Sorga esca, E pongasi a seder in su la riva ; Or l'ho veduta su per l'erba fresca Calcar i fior, com' una donna viva, Mostrando in vista, che di me le 'ncresca. |